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Giovani e scuola. Facciamo ripartire la città, partendo da qui

Nota di Sinistra ecologia e libertà. "Rilanciare la presenza degli istituti e degli studenti nel centro storico, attraverso la creazione di un polo scolastico, non alternativo ma complementare a quello di Ciconia, presso le strutture della Ex-Caserma Piave..."

Riceviamo da Coordinamento di SEL Orvieto e pubblichiamo

E' sotto gli occhi di tutti come la nostra città vada incontro ormai da anni ad un progressivo "abbandono", ad uno svuotamento del centro storico destinato ormai soltanto alle passeggiate della domenica pomeriggio ed alle visite dei turisti. Sembra infatti che la nostra Orvieto abbia man mano perso di vigore e di vitalità sotto tutti gli aspetti fuorché quello turistico, che continua però a perdurare non tanto per le scelte in materia portate avanti da una giunta ormai ridottasi a mero organo contabile, quanto per le bellezze che, nonostante amministrazione e crisi, continuano ad attirare turisti da ogni parte del mondo.

Al di fuori di questo, Orvieto appare ormai come "città morta" sotto molti punti di vista, in particolar modo per quanto riguarda spazi ed opportunità per i giovani.

Non si tratta solo delle restrizioni, per quanto poco o per nulla condivisibili, in materia di allietamento nei bar e nei locali, ma della mancanza di un disegno complessivo che sappia ridare, valorizzando luoghi ed attività per altro già esistenti, quella vitalità che aiuterebbe sicuramente a rimettere in moto il centro storico.

Si tratta di ritornare a fare "buona politica", ripartendo da due elementi fondamentali: dialogo e progettazione.

Dialogo con tutti quei cittadini, quei comitati e quelle associazioni che così bene conoscono il nostro territorio e che nel tempo sono riusciti a valorizzarlo realmente, concedendo spazi e possibilità e non relegando le loro attività a luoghi poco consoni al loro sviluppo e svolgimento, come nel caso del "Laboratorio Teatro Orvieto".

In questo senso crediamo si possa ripartire davvero dai giovani, l'elemento più vitale di qualunque città e qualunque paese, in primo luogo dialogando con coloro che credono che Orvieto sia e debba essere un luogo dove poter far musica, come nel caso del neonato comitato "Il silenzio delle muse" che ha dimostrato, almeno nelle sue prime dichiarazioni, come non necessariamente voler suonare voglia dire fare "casino" ed invocando tra l'altro un dialogo ed una ricerca di incontro finora estranei a questa vicenda.

Ma la città non può e non deve essere vissuta dai giovani solo e soltanto per la musica ed il divertimento; torna allora alla mente un tema che, nonostante i vari appelli dell'ex preside Catamo e di alcuni genitori, sembra sparito dal dibattito politico: la situazione del Liceo d'Arte e, più in generale, di tutte le scuole ancora presenti sulla rupe. Come può infatti una città come Orvieto, che dovrebbe fare della sua cultura e della sua arte il punto centrale di ogni politica di sviluppo, non ragionare di come poter dotare gli studenti presenti nel centro storico di tutti gli strumenti necessari alle loro attività, a partire dalle strutture?

La situazione del Liceo d'Arte al riguardo è emblematica: dopo essere stato trasferito temporaneamente in un luogo che definire poco idoneo agli studi è eufemistico, il liceo si è ritrovato a dover mutare questa situazione di transitorietà in sistemazione definitiva, dopo che la curia, proprietaria del Palazzo dei Monaldeschi, ha annunciato di voler portare l'affitto annuo dell'immobile da 90.000 a 120.000 euro, interrompendo di fatto il dialogo con la Provincia per la sua rimessa in funzione. Ma in tutto questo l'amministrazione comunale, ben guardandosi dal proporre soluzioni e nuovi progetti, si è limitata a fare da spettatrice.

A nostro parere, invece, questa potrebbe essere davvero l'occasione per rilanciare la presenza degli istituti e degli studenti nel centro storico, attraverso la creazione di un polo scolastico, non alternativo ma complementare a quello di Ciconia, presso le strutture della Ex-Caserma Piave dove possano trovare sede sia il Liceo d'Arte che l'Istituto professionale ed alberghiero, instaurando un dialogo con Regione e Provincia affinché possa partire un piano di investimenti, che da troppo tempo mancano al nostro territorio, in tal senso.

Tutto questo, oltre a far ripartire almeno in parte un ragionamento intorno alla Ex-caserma e rivitalizzando sotto l'aspetto non solo formativo ma anche ricreativo la realtà scolastica della nostra città, porterebbe anche ad una concreta rivalutazione dell'immobile comunale che, nel caso si decidesse un giorno di voler vendere non solo a parole ma con i fatti, creerebbe le condizioni per far sì che esso fosse davvero appetibile ad investimenti pubblici e privati.

 

Pubblicato il: 04/11/2011

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