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Mostra 'Lorenzo Fonda 1963-2011'

Orvieto, sale espositive del Palazzo dei Sette, dal 6 novembre al 18 dicembre 2011. Inaugurazione sabato 5 novembre alle 18,30. Voluta e organizzata dal Rotary Club di Orvieto in collaborazione con il Comune di Orvieto e con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Umbria

Sarà inaugurata sabato 5 novembre, alle 18.30, nelle sale espositive del Palazzo dei Sette a Orvieto la mostra "Lorenzo Fonda 1963-2011". Seconda tappa di un percorso espositivo voluto dallo stesso Fonda in occasione del 150° dell'Unità d'Italia. La mostra proviene da Gubbio e, dopo Orvieto sarà allestita presso l'Istituto di Cultura Italiana di Berlino. L'esposizione è un'occasione straordinaria per ripercorrere quasi 50 anni di attività dell'artista. Voluta e organizzata dal Rotary Club di Orvieto in collaborazione con il Comune di Orvieto e con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Umbria, la mostra di di Orvieto raccoglie le opere fondanti il percorso artistico di Fonda dal '63 ad oggi e affronta tutti i temi che nel tempo hanno caratterizzato il suo lavoro, e la sua peculiare attitudine di "rendere in forma d'arte l'intensità dello spirito umano".

Come scrive il Presidente del Rotary Club di Orvieto, Lucio Riccetti, nella presentazione del catalogo, Lorenzo Fonda a Orvieto è un ritorno. È nella Galleria Maitani di Orvieto che l'artista espose i suoi primi lavori in mostre collettive di cui qualcuno ricorda ancora i manifesti, scarni, essenziali, con i nomi degli artisti in rigoroso ordine cronologico: Attardi, Canova, Fonda, Guttuso, Greco, Maidoff, Valentini, Vespignani" Era il 1973 o '74" (). Di Lorenzo Fonda ciò che colpiva già allora era la grande forza espressiva; quella stessa necessità di comunicare che lo porta ancora oggi a sperimentare dalle tele alle incisioni agli allestimenti per opere di teatro, a mettersi continuamente alla prova.

Ma c'è anche un altro elemento, ancora più profondo, origine di questa forza, che tiene insieme le tante istanze dell'arte di Fonda, dall'urgenza all'ansia di rappresentazione, alla frammentarietà della verità visiva che nega l'unità: la sua esperienza di istriano costretto ad abbandonare la propria terra, a recidere le proprie radici, che non ricresceranno mai più. Tutto questo farà di Fonda un cittadino del mondo, e per questo basta un'occhiata alla sua biografia, ma anche un profugo che guarda con occhio disorientato paesaggi che non sono i suoi.

È stato scritto, a ragione, che l'arte di Fonda è un'arte carnale, perché concentrata sull'esaltazione del corpo e delle sue potenzialità. Ecco allora i corpi nudi, di grande forza espressiva, che emergono a tratti da un fondo indefinito rosso o antracite, e si stagliano sulla tela, mai completi, nitidi, come frammenti di memoria. Credo che il nesso profondo nell'arte di Fonda sia legato a una sorta di attualizzazione che irrompe sulla memoria, non più soltanto un ricordo, che implicherebbe un senso di distanza. Da qui il dialogo originale di Fonda con i maestri del passato, di fatto un rapporto del presente col passato col presente, che più che nei corpi si legge nei paesaggi, antichi, perché conoscono la lezione dei grandi maestri umbri, ma moderni, terribilmente contemporanei, attualizzati dal procedere dell'irrequietezza dello sguardo, dall'urgenza di fissare una visione destinata a cambiare, di un occhio che è già altrove, e non solo fisicamente, dai tetti di Parigi al deserto mediorientale, soprattutto emotivamente.

Ad Orvieto, Fonda, forse per la prima volta, coniuga un ritorno; termine difficile per un profugo che viaggia instancabilmente con amici e mostre sparsi su tutti i continenti.

La mostra sarà aperta al pubblico a partire da domenica 6 novembre 2011

Pubblicato il: 02/11/2011

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