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Ex istituto d'arte. Catamo chiede 'perché siano stati spesi tre miliardi di lire se l'edificio in questione viene ancora considerato pericolante'

Il palazzo sarebbe solidissimo, mantenuto nel passato con spese ingenti di manutenzione

ORVIETO - Artistico, la messa a norma di palazzo Monaldeschi affrontata con "troppa superficialità": "Dove sono i tre miliardi delle vecchie lire spesi in interventi di manutenzione se il palazzo è ritenuto ancora pericolante?". Sulla mancata ristrutturazione della storica sede del liceo artistico, provvisoriamente (ma già da qualche anno e non si sa per quanto) trasferito alla ex Piave, torna a fare pressioni, l'ex dirigente scolastico Donato Catamo, l'unico a quanto pare disposto a parlare della questione senza troppe ritrosie. Il dubbio che emerge è se davvero il palazzo di proprietà della Curia abbia bisogno di interventi. "Ciò che mi domando - afferma Catamo - è se forse non ci sia stata leggerezza nell'affrontare la questione della messa a norma di sicurezza e di un eventuale consolidamento dell'edificio. Visti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che si sono succeduti in 40 anni in cui tale struttura ha ospitato la scuola in questione, sarebbe stato opportuno interpellare Soprintendenza progettisti, tecnici ed imprenditori che hanno eseguito i lavori, al fine di capirne di più sullo stato di salute del palazzo". L'ex dirigente cita a questo proposito "i sotterranei del Monaldeschi, le cui fondamenta realizzate in mattoni ad arco a tutto sesto ritengo - afferma - che possano essere considerate un esempio di sicurezza e di staticità per gli edifici della contemporaneità". "Di ciò - aggiunge - è stato informato da me personalmente il tecnico incaricato dal seminario, il quale, forse non ha trovato l'attenzione necessaria da parte della proprietà. E la commissione del provveditorato alle opere pubbliche e l'ufficio di vigilanza sulle costruzioni della Provincia non avrebbero dovuto esaminare la situazione, partendo dalla realizzazione di una parte del piano superiore risalente ad oltre un secolo fa e passare attraverso tutti gli interventi successivi prima di dichiarare "portatore di pericoli" a persone e cose il palazzo Marsciano - Monaldeschi della Cervara? E le vie circostanti l'edificio perché sono aperte al traffico pedonale e a quello veicolare?". A tutti gli enti interessanti quindi Donato chiede "perché siano stati spesi tre miliardi di lire se l'edificio in questione viene ancora considerato pericolante?". Secondo Catamo "l'amministrazione del seminario vescovile" avrebbe "memoria corta", "pertanto - dice - il Comune di Orvieto e la Provincia di Terni dovrebbero rammentare all'amministrazione ecclesiastica locale che, se il Cervara è in piedi e bene, a mio avviso, lo si deve proprio agli interventi summenzionati eseguiti a partire dal 1970 ad oggi. Io personalmente potrei raccontare per filo e per segno non soltanto la successione di tutti i lavori effettuati, compresi quelli della proprietà, ma anche la qualità e l'importanza degli stessi".

Pubblicato il: 26/10/2011

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