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Ranchino. Ad Orvieto delazione, sospetto, odio

Il consigliere spiega la sua posizione e afferma che "la questione, nonostante sia stata fatta ampia chiarezza sul punto, non è affatto conclusa; per quanto mi riguarda è solo al suo inizio...Non è infatti tollerabile che tali manifestazioni rimangano senza conseguenze"

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Riceviamo dal consigliere Angelo Ranchino e pubblichiamo

 

In merito al comunicato stampa del 19.10 2011 del Partito Democratico ed al conseguente atteggiamento tenuto nel Consiglio Comunale del 21.10.2011 da tutta l'opposizione, relativamente all'ormai noto ruolo del sottoscritto nella vertenza tra Comune di Orvieto e BNL spa, allego alla presente la delibera di nomina del pool di Avvocati risultati vincitori della procedura di appalto, dalla quale si evidenzia con chiarezza come il sottoscritto non abbia alcuna nomina da parte del Comune di Orvieto.

 

Tutti i capigruppo consiliari, e tra loro quello del PD Germani, nonché gli altri Consiglieri Capigruppo Stopponi e Gialletti, erano bene a conoscenza di questa delibera, visto che la medesima, come tutte le altre emesse dalla Giunta, è stata oggetto di comunicazione ai capigruppo consiliari da parte della segreteria.

 

E' del tutto evidente quindi che le affermazioni contenute in tale comunicato, gravemente lesive dell'onore e del decoro personale e professionale del sottoscritto, non solo sono false, ma la loro falsità era (o doveva esserlo usando la minima diligenza che serve a chi apre bocca prima di dargli fiato) ben nota al momento della redazione del comunicato.

 

Come si fa a scrivere di "fare chiarezza e di riferire in C.C. sulle presunte e gravi anomalie", visto che dal documento allegato si comprende come anomalie non ce ne siano affatto.

 

Come si fa ad affermare di essere "perplessi ed indignati per il basso livello raggiunto dalla Sua amministrazione", quando non c'è nulla di cui essere perplessi ed indignati, visto che dalla semplice lettura della delibera appare l'inesistenza di qualsiasi addebito, anche in forma astratta.

 

Come non considerare tali affermazioni calunniose e diffamatorie, in punto di diritto civile e penale, nonché strumentali e finalizzate all'insinuazione non comprovata, alla bieca ingiuria ed al disprezzo sotto il profilo politico.

 

Come non ritenere assolutamente doveroso un approfondimento che avrebbe chiarito il ruolo del sottoscritto, prima di lanciare accuse di tale gravità e lesività.

 

Come poter ritenere giustificate affermazioni del tipo "Non ci dica che dietro la sua amministrazione c'è una commissione di interessi, da cui questa volta risulterebbe impossibile uscire..."

 

Di tali affermazioni non è responsabile solo l'estensore del comunicato ed il legale rappresentante del PD (per conoscere l'identità dei quali ho già mandato una raccomandata alla sede di Via Pianzola) ma ai sensi dell'art. 43 della L. 267/2000 tutti i Consiglieri Comunali del PD che pur avendo incondizionato accesso a tutti gli atti del Comune e ben potendo accertarsi della verità dei fatti, non hanno fatto alcunché e non hanno neanche ritenuto di dissociarsi dal calunnioso comunicato.

 

La questione dunque, nonostante sia stata fatta ampia chiarezza sul punto, non è affatto conclusa; per quanto mi riguarda è solo al suo inizio.

 

Non è infatti tollerabile che tali manifestazioni rimangano senza conseguenze altrimenti Orvieto sarà, come sta diventando, la capitale dell'odio, della delazione anonima, del sospetto e della delegittimazione, nella quale avranno piacere di vivere solo i soggetti avvezzi a tale modus vivendi.

Pubblicato il: 24/10/2011

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