Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Note sulla nomina del nuovo primario di Chirurgia

di Marcello Tomassini "Abbiamo assistito in questi anni al passaggio di primari che sono venuti da altre regioni e appena possibile hanno scelto altre soluzioni e chi se ne è andato e a chi non è stato rinnovato il contratto, chi è andato in pensione, il nostro ospedale è sempre in movimento e non si trova mai una certa stabilità, sia per mancanza di personale sia per le carenze di varie professionalità"

foto di copertina

Marcello Tomassini, amministratore locale da oltre trent'anni, appassionato della gente, interprete puntuale delle aspettative dei suoi concittadini, interviene sul delicato argomento della nomina del nuovo primario di Chirurgia all'ospedale di Orvieto.  Lo fa con intelligenza e delicatezza e pone quesiti che tutti ci poniamo, non per becero provincialismo ma nella convinzione che sia possibile essere più vicini alle reali necessità dei malati.(D.F.)

La decisione dell'ASL di Terni relativa all'assegnazione del ruolo di primario del reparto di chirurgia dell'ospedale "Santa Maria della Stella" di Orvieto, dopo la scadenza del contratto pre-esistente con incarico ad un noto medico orvietano, va ancora nel segno esterno.

Mi spiego meglio. Ancora una volta viene scelto ed incaricato un medico non del territorio, ma ovviamente valido e preparato dal punto di vista chirurgico.

Le domande, per un cittadino orvietano, sono diverse e varie le risposte.

Si può osservare infatti che il metodo selettivo prescelto, il concorso per titoli ed esami, pur nella sua legittimità, abbia il limite di finire per premiare una categoria di soggetti che mettono le proprie esperienze professionali anche a servizio dell'avanzamento di carriera e poco importa se questo comporta anche l'assunzione di un ruolo, per così dire, di "migrantes ".

La scelta di questo metodo di concorso, ripeto, pur legittimo, finisce per lasciare al palo professionisti di lunga e provata esperienza, provenienti anche dal territorio e che si sono messi al servizio del nosocomio orvietano e di altri ospedali umbri.

Tutto questo per dire che le decisioni, come quella in questione, dovrebbero poggiare su equilibri tra professionalità e presidio del territorio e per salvaguardare quest'ultimo aspetto occorre introdurre nei concorsi anche un meccanismo di "premialità".

Ogni cittadino è libero di porsi delle domande.

E' possibile che sulle varie domande di partecipazione a concorso nessun medico umbro, nessun orvietano, era in grado di assumere tale incarico?

Abbiamo assistito in questi anni al passaggio di primari che sono venuti da altre regioni e appena possibile hanno scelto altre soluzioni e chi se ne è andato e a chi non è stato rinnovato il contratto, chi è andato in pensione, il nostro ospedale è sempre in movimento e non si trova mai una certa stabilità, sia per mancanza di personale sia per le carenze di varie professionalità.

Certamente i tempi dei vari Colalè, Bianchi, Papini, Attioli, quelli che ricordo, sono passati e sono cambiati i metodi e i tempi per esercitate il ruolo di primario e di medico, ma nella popolazione, almeno per quelli della mia età, resta un ricordo positivo anche perché ti faceva sembrare un ospedale più a dimensione di "malato".

E ritornando al territorio è auspicabile formare professionisti che portino alto il prestigio del reparto assegnato alla loro guida e che possono offrire ai malati un'assistenza più immediata e continua e che soprattutto siano incoraggiati a restare nelle strutture locali senza essere esposti a tentativi di fuga e abbandono.

Occorre quindi recuperare questo rapporto ai fini di una sanità migliore e quindi poter avere professionisti che assicurino in Orvieto la loro stabile presenza e la loro completa e totale reperibilità, specie nel settore della chirurgia dove l'urgenza di intervenire sul malato può salvare una vita umana.

Pubblicato il: 24/10/2011

Torna alle notizie...