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Incompatibilità sì o no? restano dubbi

Non sono stati fugati completamente dal segretario generale che dalla conferenza dei capigruppo aveva ricevuto incarico di pronunciarsi definitivamente sulla questione

ORVIETO - Incompatibilità sì o no? Dopo settimane di voci, affermazioni striscianti, persino una lettera falsa e infine le dieci domande di Cimicchi, ieri pomeriggio, alla luce del sole si è parlato apertamente e per la prima volta in consiglio comunale delle presunte incompatibilità dei consiglieri di maggioranza Angelo Ranchino (Orvieto libera) e Guido Turreni (Pdl) sugli swap in quanto domiciliatari il primo dello studio Zamagni legali del Comune e lo studio del secondo di Bnl. Risultato: i dubbi restano. Non sono stati fugati completamente dal segretario generale che dalla conferenza dei capigruppo aveva ricevuto incarico di pronunciarsi definitivamente sulla questione. "Non credo ci sia incompatibilità, poiché il domiciliatario non entra nel merito della causa e non c'è neanche interesse economico, poiché esiste il domicilio a titolo gratuito. Ma una parola definitiva non mi sento di metterla - ha detto Claudio Pollini - E comunque - ha aggiunto - infondo l'incompatibilità la stabilisce il consiglio comunale". Se così è, se non sarà fatta definitiva chiarezza nel frattempo, Giuseppe Germani ha annunciato che il Pd sollverà la questione formalmente in uno dei prossimi consigli comunali. Una risposta questa anche al consigliere Pierluigi Leoni (Pdl) che ha fatto notare come il consiglio stesse discutendo su impulso di una lettera anonima. "La questione va dibattuta solo se sollevata da un consigliere comunale. È fuori dal mondo - ha detto Leoni - che ci sia stata una conferenza dei capigruppo e che se ne parli oggi. Voi continuate pure a farlo, io leggerò il giornale". Quindi il Pd è probabile che solleverà la questione. Intanto Angelo Ranchino, dopo aver già chiarito la sua posizione nei giorni scorsi (il domicilio a titolo gratuito), è arrivato in Comune con la dichiarazione dei redditi per dimostrare a Cimicchi, verso il quale ha annunciato querela, di essere "nelle condizioni di poter fare a meno di qualche centinaio di euro per una domiciliazione". Sempre a Cimicchi, Ranchino ha risposto con le parole della Cassazione:"... al professionista è consentita la prestazione gratuita della sua attività professionale per considerazioni di ordine sociale e di convenienza, anche con riguardo ad un suo personale e indiretto vantaggio". Poi l'attacco: "Comprendo come sia lontano dal suo modo di pensare il solo fatto di compiere qualcosa senza retribuzione, lei - dice Ranchino riferendosi all'ex sindaco - che la retribuzione l'ha avuta quale assessore, sindaco, presidente del Centro studi città di Orvieto, presidente dell'Apt e non so per quanti e quali altri incarichi da venti anni a questa parte. In tutto questo, il sindaco Toni Concina ha chiesto la parola per una dichiarazione disarmante: "Come possiamo andare bene se si perdono cinquanta minuti in consiglio comunale su una vicenda squallida e infame come questa? - ha detto - Andiamo oltre". Ed oltre si è andati. Ben oltre. Visto che discussione sul bilancio e sulle linee di indirizzo per la vendita del mattatoio, dopo una serie di punti all'ordine del giorno, è arrivata soltanto in tarda sera. Nel corso dei lavori del consiglio il sindaco ha incontrato l'assessore regionale al Bilancio, Gianluca Rossi.

Pubblicato il: 22/10/2011

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