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Ranchino. Il mio studio messo a disposizione gratis per la domiciliazione della pratica swap

"Non esiste pertanto, neanche in via teorica, alcuna possibilità di conflitto di interessi del sottoscritto, mancando ogni rapporto professionale, men che meno retribuito, con l'Ente"

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ORVIETO - Dopo Guido Turreni (Pdl) anche Angelo Ranchino (Orvieto libera) interviene alla luce del sole in merito alla falsa lettera in cui un anonimo estensore che si spaccia per il presidente del consiglio comunale scrive al prefetto e all'ordine degli avvocati per capire se ci siano o meno ragioni di incompatibilità per i due professionisti e consiglieri di maggioranza rispetto alla pratica swap, in quanto domicialiatari della causa, uno per la banca e uno per il Comune. Se Turreni ha già chiarito di non essere neanche domiciliatario o almeno non lui in persona, questo invece è quanto spiega lo stesso Ranchino: "Il sottoscritto, a puro titolo di cortesia e senza corrispettivo alcuno, ha solamente messo a disposizione il proprio domicilio" allo studio legale associato Cedrini Urbinati Zamagni "per la notificazione degli atti giudiziari inerenti il procedimento. Non esiste pertanto, neanche in via teorica, alcuna possibilità di conflitto di interessi del sottoscritto, mancando ogni rapporto professionale, men che meno retribuito, con l'Ente". "Vale la pena di sottolineare - aggiunge il capogruppo e presidente di Orvieto libera - lo scadimento culturale e personale al quale è giunto chi intenda attaccare il lavoro dell'amministrazione utilizzando questi metodi illeciti, biechi e vigliacchi, instillando dietro un impudente anonimato il dubbio sulla correttezza dell'operato degli altri". Vicenda chiusa, dunque? Se ne parlerà inevitabilmente anche oggi in consiglio comunale, non ultimo perché il Pd ha chiesto espressamente al sindaco di pronunciarsi una volta per tutte sulla vicenda. Lo "scandalo" o presunto tale serpeggia da questa estate ma è definitivamente scoppiato solo una decina di giorni fa quando è iniziata a circolare la falsa lettera, scritta teoricamente in data 4 ottobre (proprio il giorno in cui ci sarebbe stato il consiglio comunale per deliberare sull'accordo transattivo con Royal Bank of Scotland). La lettera, con tanto di numero di protocollo altrettanto falso, è stata anche recapitata ad alcuni giornalisti. Il presidente Frizza si è affrettato a chiarire che si trattava di una bufala ed è andato dai carabinieri. Ma ormai l'anonimo estensore aveva raggiunto il suo obiettivo: far emergere la questione della presunta incompatibilità che si vociferava ma che nessuno aveva mai né denunciato apertamente né messo nero su bianco. Ufficialmente non si è andati oltre le spiegazioni dei diretti interessati. Prefetto e ordine degli avvocati non sarebbero mai stati chiamati in causa, a prescindere dalla falsità delle lettera che infatti non hanno mai ricevuto. Mentre ovviamente i carabinieri indagano per risalire all'autore della lettera dalla quale il Pd - i cui esponenti sono guardati come i sospettati numero uno - si è dissociato. L'avvocato Turreni, dal canto suo, è convintissimo di conoscere il nome dell'estensore e si è messo a disposizione degli inquirenti.

Pubblicato il: 21/10/2011

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