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PD. Rilanciare i progetti per sostenere lo sviluppo

Il Partito democratico dell'Orvietano apre il confronto sulle strategie programmatiche per ribaltare lo stallo economico prodotto da governi e amministrazioni di centrodestra

Riceviamo dal Pd di Orvieto e pubblichiamo

Il Partito democratico dell'Orvietano apre il confronto sulle strategie programmatiche per ribaltare lo stallo economico prodotto da governi e amministrazioni di centrodestra

"Senza un'immediata inversione di marcia, anche il nostro territorio sarà condannato a un impoverimento crescente. Come la politica nazionale, anche quella orvietana dimostra di non riuscire più a dominare la crisi economica senza distruggere la società". Una sintesi amara, ma reale quella che ha aperto i lavori dell'assemblea pubblica organizzata dal Partito democratico dell'Orvietano, che si è svolta lunedì scorso al palazzo dei Sette. Confronto preceduto dall'incontro delle lavoratrici in cassa integrazione della ex azienda tessile Grinta, con i rappresentanti istituzionali del Pd, che ha mostrato la viva testimonianza del profondo disagio in cui versa il territorio orvietano.

Partendo dall'obiettivo che "Un grande Paese merita un futuro migliore", sono emerse in tutta la loro pericolosità sociale, le gravi emergenze economiche nazionali che stanno generando un progressivo impoverimento del Paese, inasprito dai tagli orizzontali che scaricano l'incapacità del Governo nazionale sugli enti locali. L'inesistenza di strategie di sviluppo, minano la credibilità di una nazione che perde la cognizione di salvaguardare il tessuto sociale.

A far rilevare la preponderante difficoltà di rispondere alle esigenze dei cittadini per la mancanza di un adeguato sostegno finanziario proveniente dallo Stato, sono stati soprattutto i sindaci e gli amministratori dei comuni di Castel Viscardo, Castel Giorgio, Fabro, Montegabbione e Baschi, l'assessore provinciale Stefano Mocio, il consigliere regionale Fausto Galanello e l'onorevole Carlo Emanuele Trappolino. Un'assenza dei livelli superiori di governo territoriale che negli ultimi anni ha intaccato la sussistenza dei servizi sociali, tanto che l'azione amministrativa è stata quella di trovare fondi alternativi per mantenere quei servizi che sono fondamentali per il mantenimento degli standard civili di un paese. L'assenza del centrodestra su queste tematiche pone gli enti pubblici nella condizione di chiedere una nuova sfida progettuale e programmatica, che il Partito democratico dell'Orvietano vuole mettere in campo con tempismo ed efficienza.

Proprio dalle funzioni delle piccole municipalità vuole partire la riforma endoregionale messa in campo dalla giunta regionale. Una nuova idea dell'Umbria che sappia dare risposte funzionali ai cittadini: sulla sanità, sulla gestione dei servizi sociali, sul rispetto delle politiche ambientali e smaltimento dei rifiuti, e sullo snellimento burocratico. Una semplificazione della macchina pubblica funzionale alla sussistenza di un metodo virtuoso per la creazione di un territorio integrato e gestito in maniera unitaria. Prerogative amministrative che non debbano prescindere dalla concretezza di programmi che sappiano arginare i fenomeni della disoccupazioni, progettare un rilancio infrastrutturale dei territori, una forte ripresa delle politiche di valorizzazione culturale e turistica. Esigenze che nascono dalla volontà di un rinnovato protagonismo orvietano, che nel nuovo disegno regionale sappia giocare bene il suo ruolo, senza subalternità alcuna.

A mettere in discussione il progetto di un territorio orvietano costruttore di sviluppo è l'inerzia che ormai regna nell'amministrazione del Comune capofila. La giunta Concina ha praticamente annullato il ruolo trainante di Orvieto per il Comprensorio rimandando anche progetti determinanti come possono essere quelli della realizzazione del Casello Orvieto Nord. La condizionante assenza di rapporti del Comune di Orvieto, con la Regione e la Provincia amplificano l'isolamento del comprensorio e chiamano la politica attiva di questo territorio a uno scatto di reni. Il Partito democratico apre, dunque, una nuova fase di confronto chiamando i comuni del comprensorio a lavorare sinergicamente per mettere in campo una concreta proposta di sviluppo, riprogettando il futuro sugli asset che hanno da sempre contraddistinto l'Orvietano: il turismo e l'ambiente. E per "riconquistare" i diritti che si stanno perdendo nell'ambito del welfare, una volta il nostro fiore all'occhiello.

Il Partito democratico rivendica con determinazione la propria forza riformatrice per stimolare la politica e le competenze di questo territorio, una spinta per "liberare le buone energie". Se la Regione dell'Umbria dovrà caratterizzarsi sempre più quale "cabina di regia" per creare nuove opportunità territoriali, i piccoli comuni dell'Orvietano e il Comune di Orvieto, anziché lasciarsi guidare da promesse propagandate di "miracoli" di un "uomo solo al comando" - di nuovo o di vecchio conio che siano -, dovranno darsi da fare per creare alleanze con tutte le forze. Progressiste, moderate, civiche per far sì che il "berlusconismo" non affossi una realtà storicamente dotata di grandi potenzialità.

Pubblicato il: 21/10/2011

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