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Grinta. C'è interesse ma niente soldi

Marchi nazionali fanno la corte alle operaie di Grinta, ma senza soldi. Alla vigilia dello scadere della cassa in deroga (il prossimo 30 novembre) è questa la situazione della vertenza del tessile nell'Orvietano. L'interessamento è legato strettamente alle 65 lavoratrici con alti livelli di professionalità, specializzate nella produzione di capi spalla d'alta moda

ORVIETO - Marchi nazionali fanno la corte alle operaie di Grinta, ma senza soldi. Alla vigilia dello scadere della cassa in deroga (il prossimo 30 novembre) è questa la situazione della vertenza del tessile nell'Orvietano. Un interessamento per la ripresa dell'attività a quanto pare c'è, ma non è sostenuto dalla disponibilità ad investire. È quanto si legge tra le righe anche dalle parole dell'assessore regionale all'Industria, Vincenzo Riommi. "Si è affacciato un progetto che si sta valutando - dichiara Riommi interpellato sulla questione - ma che dovrà essere adeguatamente supportato e meglio definito. Se così sarà, l'impegno della Regione ci sarà ovviamente tutto". In realtà il progetto per la ripresa di Grinta, fallita a maggio scorso, è grosso modo quello che circola da marzo di quest'anno. Una decina di giorni fa, poi, il piano industriale è stato oggetto di un ulteriore incontro in Regione, dove però l'imprenditore interessato non avrebbe sciolto il nodo degli investimenti. La vertenza, in questa fase, si complica ulteriormente, perché non c'è più la disponibilità dei macchinari - benché obsoleti - che sono stai venduti dalla curatela fallimentare e neanche dello stabilimento di Bardano dove Grinta era in affitto. In sostanza, l'interessamento è legato strettamente alle 65 lavoratrici con alti livelli di professionalità, specializzate nella produzione di capi spalla d'alta moda. Un mercato che ancora tiene. Per questo, da un lato, occorre tempo per chiudere bene l'operazione, dall'altro i tempi stringono per le scadenze degli ammortizzatori. La richiesta di proroga della cassa in deroga - che però dovrebbe essere formalizzata dalla curatela e dal giudice fallimentare - è d'obbligo, infatti, se non si vuole disperdere la manodopera con la mobilità. Intanto le categorie di Cgil e Cisl hanno chiesto la riapertura urgente del tavolo delle istituzioni (Comune, Provincia e Regione). La responsabile della Camera del Lavoro di Orvieto, Maria Rita Paggio ritiene indispensabile, da un lato, il rinnovo della cassa in deroga e, dall'altro, l'impegno comune di sindacati e istituzioni per una soluzione che porti alla ripresa produttiva. "Non ultimo - osserva la Paggio - alla luce della grave crisi occupazionale del territorio che le donne tra l'altro stanno scontando maggiormente". Il responsabile della Cisl, invece, si sbilancia giudicando il progetto presentato per Grinta di "grande validità" e denunciando presunti ritardi della Regione "che avrebbe dovuto prendere in considerazione il progetto ormai da mesi - dice Raffaello Trentini - e non soltanto ora".

Pubblicato il: 19/10/2011

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