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Vendita del mattatoio. Per Cimicchi ''un altro passo verso il diasastro''

Secondo l'ex sindaco la vendita è "un regalo bello e buono fatto in modo curiosamente raffazzonato". Una pratica da "paesetto" e non da città di "rango" quale è Orvieto. Non è scaricando un pezzetto di zavorra per volta che la mongolfiera potrà riprendere quota"

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ORVIETO - Le nuove linee di indirizzo per la vendita del mattatoio? "Un ulteriore passo verso il disastro. L'ex sindaco Stefano Cimicchi, di nuovo in campo con InMpo, lo aveva promesso e lo sta facendo. D'ora in poi dirà la sua su tutto, senza peli sulla lingua. E stavolta tocca al mattatoio, dopo che la giunta ha approvato alcuni dei criteri fondamentali sulla base dei quali verrà indetta una nuova asta, dopo tre bandi andati deserti. "A parte che la questione è da mesi la barzelletta di tutta la provincia", esordisce Cimicchi: la zootecnia, infatti, "è ridotta allo stremo e i veri operatori si contano sulle dita di una mano". "Questo atto - continua Cimicchi - porterà il probabile prezzo del mattatoio a circa un milione di euro che è un importo risibile rispetto a quello della stima di partenza (2.700.000 euro) e quasi alla portata di chi ci lavora adesso, tenendo conto di un piano di ammortamento di almeno 20 anni. Si tratta di un regalo bello e buono fatto in modo curiosamente raffazzonato". I soldi che il Comune ne trarrebbe arriverebbe a coprire appena "un terzo dell'importo messo tra le potenziali entrate". Inoltre la vendita, per l'ex sindaco, "trasferisce i lavoratori da un ricatto semipubblico a un ricatto privato e impoverisce ancora di più il Comune. Il mattatoio è e deve restare pubblico - tuona Cimicchi - perché la sua privatizzazione darebbe mano libera al privato sulle tariffe dei servizi e finirebbe lo scopo per cui è stato finanziato dalla Regione e dalla Unione europea. Per la salvaguardia di determinate produzioni locali il pubblico deve garantire il servizio ma il privato può anche chiudere e se il mattatoio dovesse essere privatizzato potrebbe chiudere da un momento all'altro senza preavviso. Soldi pubblici buttati al fiume dunque". "La situazione è grave ma non è seria - conclude Cimicchi -. Nella gestione del patrimonio immobiliare non c'è solo l'opzione della vendita e tanto meno della alienazione di cespiti che danno un reddito anche se spesso non proporzionato all'investimento. Ma se questi non avessero svolto un ruolo sociale e la crisi della agricoltura e della zootecnia non lo richiedesse con grande urgenza, perchè mai la Regione e l'Ue avrebbero incentivato un piano regionale dei mattatoi? L'impressione è che in assenza di un piano organico si viva alla giornata con una gestione "confidenziale" che tende ad "assestare il vestito" sul corpo del soggetto interessato. Una pratica da "paesetto" e non da città di "rango" quale è Orvieto. Non è scaricando un pezzetto di zavorra per volta che la mongolfiera potrà riprendere quota".

Pubblicato il: 14/10/2011

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