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Lettera aperta a Stefano Cimicchi in risposta alla Sua inviata ai cittadini di Orvieto

di Gianni Cardinali "Non è un tuo merito quello di aver declassato Orvieto da una città di storia, arte e cultura a città di una nuova economia sulla carta e ricca solo di proiezioni megalomani?"

foto di copertina

Caro Stefano,

da quando sono stato assolto per il reato di diffusione di segreto di Stato, a causa della diffusione della fotografia di un albero abbattuto all'interno della ex Smef, ho deciso di mettermi in disparte anche per evitare rischi che possono diventare costosi da ogni punto di vista.

La tua lettera aperta, però, è troppo stimolante perché si debba stare zitti.

Nel risponderti comincerei proprio dalla ex Smef e dalle battaglie fatte anche da gente come me e non certo solo  negli ultimi tempi.

Non è un tuo merito quello di aver perduto definitivamente quello spazio oltre all'essere stati costretti ad assistere ad un autentico stupro fatto di tagli di alberi, costruzioni ex novo, parcheggi sotterranei ed altro?

Non è un tuo merito quello di aver "valorizzato" le cave e la città dilatata con la nuova e disastrosa edilizia?

Non è un tuo merito quello di aver cercato di mettere in piedi una lucrosa industria fondata sui rifiuti?

Non è un tuo merito quello di aver declassato Orvieto da una città di storia, arte e cultura a città di una nuova economia sulla carta e ricca solo di proiezioni megalomani?

Potrei proseguire ricordando le mie puntuali denunce dall'inizio degli anni novanta, tutte puntualmente verificabili con le vicende accadute.

Il morto è sulla bara e i tuoi contemporanei non hanno bisogno di attendere il responso degli storici per capire quanti guai hai combinato e quanti ne hai lasciati aperti, compreso il quinquennio del tuo ex vice e delle compromissioni che tu denunci per l'elezione del Sindaco Concina.

La recente foto aerea dell'attuale "città" Orvieto, che allego, è la dimostrazione del fallimento di una politica disastrosa.

Politica disastrosa proseguita non solo dalla giunta Mocio, ma anche dalla giunta Concina, a dimostrazione che l'arretratezza fondata sul mattone nuovo, seppure fallimentare, è un assioma intoccabile, insieme alla facilità nello spendere.

Se poi vogliamo sparare sulla Croce Rossa, attacchiamo la giunta di Concina e l'operazione farmacia comunale, obbiettivamente molto discutibile, anche per i 600.000 euro in più rispetto alla base d'asta.

Conosco tanti elettori di Concina non di parte: tutti molto delusi.

Io stesso, non essendo andato a votare in quella occasione, ho favorito la sua elezione non certo perché fossi convinto che cambiasse qualcosa.

E' vero: loro navigano a vista, perché a differenza di te, pieno di città slow, di gusto e all'idrogeno, non hanno neanche questo per la testa. Sono ormai tre anni che aspettiamo qualche idea brillante, visto che le idee non costano nulla.

Vogliamo dire che l'unica idea brillante sia stata il "patto con Roma"? O l'altra per portare Orvieto ai fasti di Salisburgo?

In compenso, tanto per continuare a sparare sulla Croce Rossa, siamo sempre in attesa che, da quel brodo primordiale che si chiama opposizione, nasca un coacervato che possa somigliare ad un essere vivente.

 Con la simpatia e la sincerità di sempre.

Gianni Cardinali

Pubblicato il: 04/10/2011

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