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Swap. Via libera del consiglio comunale all'accordo transattivo tra il Comune di Orvieto e la Royal Bank of Scotland

Comune e Rbs si sono accordati per chiudere anticipatamente il contratto in scadenza nel 2031 dietro il pagamento di 1,5 milioni di euro in tre anni, in luogo dei 4,5 richiesti dalla banca

ORVIETO - Via la zavorra degli Swap: l'amministrazione fa un altro passo per il risanamento dei conti, ma continua a restare nel mirino delle proteste, dal caro mensa ai parcheggi. È ufficialmente siglato da ieri, con il via libera del consiglio comunale, l'accordo transattivo tra il Comune di Orvieto e la Royal Bank of Scotland per i contratti di Swap stipulati nel 2007. Non c'era ad illustrarlo l'assessore al Bilancio, Maurizio Romiti. Il sindaco, d'altra parte, non si è addentrato nella materia anche perché la pratica, da una settimana circa nelle mani dei consiglieri, era stata già messa accuratamente messa sotto le lente in commissione Bilancio, con l'intervento anche degli avvocati del Comune e del consulente della Brady Italia che ha seguito l'operazione. In sostanza Comune e Rbs si sono accordati per chiudere anticipatamente il contratto in scadenza nel 2031 dietro il pagamento di 1,5 milioni di euro in tre anni, in luogo dei 4,5 richiesti dalla banca. Le rate scatteranno dal prossimo anno. Il Comune pagherà 600mila euro nel 2012, altrettanti nel 2013 e i restanti 300mila nel 2014. In sostanza, nel 2015 i derivati non graveranno più sul Bilancio del Comune di Orvieto (sempre che l'amministrazione vinca la causa con Bnl per gli altri contratti). I risparmi però, come ha spiegato il consigliere delegato al Bilancio Piergiorgio Pizzo, si avvertiranno già dal prossimo anno. Infatti, dal momento che il Comune di Orvieto versa un milione all'anno alla banca scozzese in due rate semestrali, nel 2012 e nel 2013 si risparmierebbero già 400mila euro all'anno e nel 2014 700mila. "Un passo positivo che può dare visioni più certe al nostro Bilancio"- ha detto il sindaco. Che, lungamente pungolato su varie questioni nel consiglio comunale che ha segnato la ripresa dell'attività amministrativa dopo la pausa estiva, dai parcheggi al caro-mensa, ha tenuto duro: "La strada è obbligata" ha ribadito più volte Concina riferendosi ai sacrifici che vengono chiesti agli orvietani. Ieri sulla Rupe è stata anche la giornata del "Panino day", la protesta simbolica delle famiglie - decine e decine quelle che hanno aderito - contro il costo del pasto alla mensa scolastica cresciuto quest'anno di euro da 4,50 a 5,50 dopo un aumento identico nel 2010. Una delegazione del comitato genitori ha assistito alla seduta del consiglio comunale. È stato loro spiegato in sostanza che il Comune di Orvieto avrebbe le mani legate a causa degli elevati costi del servizio derivanti dalla convenzione in atto. "Il servizio mensa costa al Comune 800mila euro all'anno - ha scandito l'assessore Roberta Tardani - le contribuzioni delle famiglie - 540mila euro - coprono appena il 67% del servizio". Quindi, le proteste restano e i dubbi su quello che accadrà il prossimo anno, pure. Anche se c'è l'impegno dell'amministrazione a studiare agevolazioni per il secondo, terzo o quarto figlio.

 

Pubblicato il: 04/10/2011

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