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Chiuso il Clandestino

E' stato chiuso con un provvedimento di sospensione della licenza per cinque giorni come pena accessoria alla luce dei tanti verbali - una decina - collezionati nell'ultima stagione

foto di copertina

ORVIETO - Chiuso il Clandestino. Il locale di corso Cavour tra i principali protagonisti delle notti orvietane è stato chiuso con un provvedimento di sospensione della licenza per cinque giorni come pena accessoria alla luce dei tanti verbali - una decina - collezionati nell'ultima stagione. La decisione è stata assunta dalla Municipale, di concerto con forze dell'ordine e gestori, dopo un incontro in cui la prefettura ha ritenuto opportuno applicare la pena accessoria prevista dalla legge sulla pubblica sicurezza.

Musica troppo alta, oltre l'orario consentito, sconfinamenti nell'occupazione del suolo pubblico. Sono queste le violazioni più frequentemente riscontrate che hanno portato a singole sanzioni e ora anche alla temporanea chiusura del locale. Si tratta di una soluzione di compromesso, come fa notare la Municipale, una sorta di "patteggiamento" a cui si è arrivati d'intesa con la proprietà tenuto conto anche della situazione generale di crisi economica. Insomma chiusura sì, ma senza infierire. Il Clandestino infatti a quanto pare rischiava addirittura la chiusura per un mese. "Una cosa assurda" si limita per il momento a commentare il proprietario Riccardo Baiocco. Risultato: il locale ha dovuto rassegnarsi al provvedimento, "sbaraccando" anche panche e tavoli perché con la sospensione della licenza sono sospese anche le autorizzazioni per l'occupazione del suolo pubblico.

Il "popolo della notte" è in rivolta, pronto a sfoderare gli slogan di sempre: "Orvieto che muore", "Orvieto in mano ai vecchi". Ma di fondo resta il problema del rumore notturno, con o senza musica. Un problema che si riaccende ogni fine settimana con le forze dell'ordine che invece che presidiare il territorio vengono tartassati da telefonate di residenti e proprietari di bed and breakfast per tenere d'occhio i bar del centro storico. L'annunciato nuovo regolamento comunale sugli allietamenti (l'ultimo ha poco più di un anno di vita) non sembra destinato a risolvere la situazione. L'assessore ha annunciato che sta studiando quello di Venezia che prevede lo stop della musica alle 23 e probabilmente ad Orvieto ne verrà applicato uno simile. Non c'è solo la musica però. C'è la naturale confusione che si crea fuori dai locali dentro un centro storico che per la natura urbanistica stessa delle sue vie amplifica i rumori e, non ultimo, c'è il buon senso, così tanto invocato da più parti come unica soluzione al problema del rumore e da pochi utilizzato.

Pubblicato il: 29/09/2011

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