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La Fondazione per il Museo Claudio Faina ha ricordato Isidoro Galluccio

Il neo presidente della Fondazione, Antoniuo Còncina, ha annunciato una prossima riunione per delineare la strategia futura che porterà avanti nel solco del lavoro compiuto dal predecessore.  Aperti i nuovi depositi del Museo C. Faina e il nuovo allestimento del Museo Civico Archeologico, fortemente voluti da Isidoro Galluccio

Collaboratori, studiosi dell'archeologia e i familiari hanno ricordato insieme, ieri presso la sede del Museo Faina, la figura di Isidoro Galluccio, già presidente della prestigiosa istituzione culturale orvietana dal luglio 1992 sino al giugno del 2011.

Una cerimonia sobria ma molto intensa in cui sono emersi i tanti ricordi di Isidoro Galluccio che per 19 anni ha guidando l'Ente con mano ferma e capace e favorendo la sua trasformazione in un istituto di cultura che riveste oggi un peso considerevole nell'archeologia italiana, in particolar modo per quanto concerne gli studi dedicati all'Italia preromana.

Tante le testimonianze dirette e i messaggi fatti pervenire alla Fondazione Faina da chi, impossibilitato a partecipare ha voluto comunque esserci, fra cui la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, il Prefetto di Terni Augusto Salustri, il Presidente dell'Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Faina Giovannangelo Camporeale e Maria Bonghi Jovino dell'Università degli Studi di Milano, membro del Comitato Scientifico della Fondazione.

A testimonianza della fattiva collaborazione instaurata da Isidoro Galluccio secondo il principio a lui molto caro quello del "fare gioco di squadra" era presenti anche i presidenti della Fondazione Cassa di Risparmio e dell'Opera del Duomo, i componenti del CdA, i rappresentanti delle Soprintendenze e degli Istituti Universitari, e i dipendenti della Fondazione Faina. Ufficialmente però sono stati Antonio Concina nuovo presidente della Fondazione (su indicazione del Ministro per i Beni Culturali e Ambientali a cui spetta la designazione), Giovanni Colonna Presidente del Comitato Scientifico e Giuseppe M. Della Fina direttore scientifico della Fondazione. Ma anche Mons. Giovanni Marra amministratore apostolico della Diocesi di Orvieto-Todi, Stefano Mocio in rappresentanza della Provincia di Terni ed ex V. Presidente della Fondazione e, a nome dei familiari, la figlia Nicoletta Galluccio.

Testimonianze fuori dalla retorica che hanno tratteggiato i caratteri fortemente umani e rispettosi di Isidoro Galluccio. Rispettosi della cultura in primo luogo, che egli ha voluto servire - non da studioso o ricercatore dell'archeologia - ma mettendo a disposizione la propria competenza ed esperienza amministrativa acquisita in tanti anni al servizio dello Stato, per dare soluzione ai tanti problemi che impedivano alla Fondazione di aprirsi all'esterno e portare alla luce non solo l'inestimabile patrimonio conservato, ma la mission di istituzione culturale dinamica, aperta, in grado di aprirsi alle giovani generazioni, attiva e propositiva nella valorizzazione dell'archeologia dell'Italia Centrale e della storia delle civiltà che hanno popolato il Mediterraneo.

Ponendosi prima di tutto gli obiettivi del risanamento economico dell'Ente e del consolidamento economico/patrimoniale, alla guida del CdA della Fondazione Faina, Isidoro Galluccio ne ha poi incentivato le azioni culturali.

Un ventaglio variegato di proposte per avvicinare il più possibile la cultura archeologica ai cittadini ma anche recuperando e rilanciando il ruolo scientifico della Fondazione. Ecco allora la riflessione sulla disciplina archeologica, etruscologica e storica, la collaborazione con il compianto Renato Bonelli, l'intensa attività scientifica culminata nel periodo più recente nell'approfondimento del ruolo determinante che ebbe l'archeologia italiana pre e post-unitaria alla riscoperta dell'antico Egitto. E poi i convegni annuali, il punto più alto dell'attività scientifica della Fondazione Faina, ripresi nel 1998 dopo una interruzione di ben dieci anni. 

E' stato proprio il Direttore del Museo Giuseppe M. Della Fina a puntualizzare le fasi della trasformazione del Museo Faina dal 1992 ad oggi sotto la guida di Isidoro Galluccio:

-  nel 1992 erano aperte solo poche sale al primo piano in un allestimento provvisorio con i lavori di ristrutturazione avviati nel 1985 durante il cosiddetto "anno degli Etruschi". Nel marzo del 1996, alla presenza del Ministro per i Beni Culturali Antonio Paolucci, il museo venne riaperto al pubblico con un allestimento completamente rinnovato e - per la prima volta - articolato su tre piani.

-  Attività scientifica: diverse sono state le iniziative culturali promosse in questi anni (mostre, cicli di conferenze, ecc.). Quella più significativa: i convegni di studio che sono giunti quest'anno alla diciannovesima edizione. Nel 1988 si era tenuto il quinto dedicato al tema "I culti stranieri in Etruria", poi una interruzione decennale sino al 1998. In quell'anno, che segnò la loro ripresa, vennero pubblicati anche gli Atti del IV e del V Congresso.

-  Da allora, puntualmente, ogni anno, gli incontri di studio si sono succeduti regolarmente. Sotto la presidenza di Isidoro Galluccio sono state organizzate quattordici edizioni compresa quella del prossimo dicembre già programmata e dedicata al tema "Il Fanum Voltumnae e i santuari comunitari dell'Italia antica".

-  Da sottolineare, il cambiamento di denominazione dei congressi: da Convegno Internazionale di Studi sulla Storia e l'Archeologia del territorio orvietano a Convegno Internazionale di studi sulla storia e l'archeologia dell'Etruria a segnalare un ampliamento dell'orizzonte di ricerca e, soprattutto, un prestigio conseguito dagli incontri orvietani. Un prestigio, una maturità, raggiunta anche al rilievo, nella cultura italiana ed europea, di Giovanni Pugliese Carratelli presidente del Comitato Scientifico dal 1992 al 2010.

Senza nascondere la personale emozione nell'essere stato chiamato a succedere ad Isidoro Galluccio alla guida della Fondazione Faina, il neo presidente nonché Sindaco di Orvieto Antonio Concina ha manifestato piena consapevolezza della importante eredità che assume.

"La Città di Orvieto merita l'impegno di tutti - ha dichiarato - il riassetto economico/finanziario della Fondazione Faina portato avanti da Isidoro Galluccio - un uomo davvero speciale che ha amato molto la nostra città e con il quale ho avuto rapporti di grande stima, affetto ed amicizia - parla da solo. La sua collaborazione con il Centro Studi Città di Orvieto che oggi vive una fase tormentata ma che cerchiamo di sanare, è un'altra prospettiva importante. I convegni scientifici annuali sono una pietra miliare per l'archeologia nazionale ed internazionale ed il prossimo, che sarà dedicato al nostro Fanum Voltumae certamente darà una ulteriore impronta. Nell'assumere questo delicato incarico di presidente della Fondazione Claudio Faina posso anticipare che molto presto convocherò un incontro per delineare la strategia che porterò avanti nel solco di quello che ha fatto Isidoro Galluccio".  

Nella giornata dedicata al ricordo di Isidoro Galluccio, sono stati presentati alla città il rinnovato allestimento del Museo Civico Archeologico e i nuovi depositi del Museo Faina.

Il Museo Civico Archeologico ospitato al pianterreno di Palazzo Faina accoglie alcuni capolavori della scultura etrusca: un cippo a testa di guerriero dalla necropoli di Crocifisso del Tufo, la "Venere"di Cannicella, le statue in terracotta che ornavano il frontone settentrionale del tempio di Belvedere, il sarcofago di Torre San Severo.

Il percorso espositivo si è ora arricchito con quattro opere che vi sono state trasferite dal Palazzo Comunale: si tratta della fronte di un sarcofago romano in marmo di eccezionale fattura, di una lastra con una raffinata decorazione altomedievale riutilizzata per incidervi uno statuto del Comune di Orvieto risalente al 1209 e di altre due lastre sempre iscritte con una copia dello stesso statuto e con uno statuto successivo risalente al 1220. Di conseguenza percorrendo ora le sale del Museo Civico Archeologico si può avere una sintesi della storia orvietana dalla fase etrusca sino all'Orvieto duecentesca. Inoltre, il museo è stato dotato anche di un nuovo apparato didascalico.

Il Museo "Claudio Faina" si è dotato nel contempo di nuovi spazi per i depositi che offrono la possibilità di poter conoscere e studiare al meglio il ricco patrimonio archeologico della raccolta orvietana. In questi spazi potranno essere realizzati, tra l'altro, interventi di restauro delle opere. Nei depositi sono state riutilizzate anche alcune vetrine espositive dei primi anni del Novecento che documentano come era l'allestimento del museo prima del suo profondo rinnovamento. Una scelta - quella di depositi particolarmente curati e funzionali - che mettono il Museo Faina  all'avanguardia nel panorama museale italiano.

 

 

 

 

Pubblicato il: 19/09/2011

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