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'Sciopero della fame' contro il caromensa

Ad Orvieto alcune mamme degli alunni delle scuole elementari si sono costituite in comitato spontaneo contro l'aumento del servizio mensa e più in generale dei servizi scolastici. In due anni il servizio mensa è rincarato del 57% dai 3,50 euro a pasto a euro 5,50

foto di copertina
ORVIETO - "Sciopero della fame" contro il caro - mensa. È cominciato così l'anno scolastico ad Orvieto. Con alcune mamme degli alunni delle scuole elementari che si sono costituite in comitato spontaneo contro l'aumento del servizio mensa e più in generale dei servizi scolastici. Un disagio che si sta manifestando con l'unica forma di protesta possibile: all'ora di pranzo, i genitori (quelli che possono ovviamente) vanno a riprendersi i figli a scuola e li riportano nel pomeriggio, dopo aver consumato un pasto casalingo. Si risparmiano così 5,50 euro al giorno (nella fascia di reddito sopra i 16mila euro), 11 se di ragazzini da mandare a scuola ce ne sono due. Sì perché quest'anno nella città del Duomo il servizio mensa è cresciuto di un euro, dopo l'aumento di un altro euro già registrato lo scorso anno. In pratica, in due anni il servizio è rincarato del 57% dai 3,50 euro a pasto a euro 5,50. Più nello specifico, quest'anno la riduzione delle fasce di reddito (sulla base del quale vengono calcolate le tariffe cosiddette "a domanda individuale") da otto a cinque ha prodotto un livellamento verso l'alto delle tariffe. Ecco quindi che se da un lato le famiglie sono sempre più povere, dall'altro per il Comune sono sempre meno quelle che possono usufruire di detrazioni. Risultato: ieri mattina è andato in scena il primo giorno di scuola. E il primo giorno di "sciopero della fame", con crocchi di genitori fuori dagli istituti a condividere il proprio malcontento. Il comitato di protesta è partito da una seconda elementare delle scuole primarie del quartiere di Ciconia, ma sta ricevendo adesioni anche da Orvieto centro e dal quartiere di Sferracavallo. La protesta insomma rischia di espandersi a macchia d'olio. "Con due figli e un reddito nelle media, la mensa è un servizio che non ci possiamo più permettere - afferma una mamma .- E noi - aggiunge - dobbiamo anche ritenerci fortunati, perché non abbiamo bisogno dello scuolabus". Già lo scuolabus. Per la fascia esente da detrazioni, l'aumento si è fatto sentire anche qui. Tre euro al mese: da 30 a 33 euro. Che moltiplicato per i nove mesi dell'anno scolastico fa decisamente una bella cifra. Ma, alla polemica sui costi, nel caso dello scuolabus, si aggiunge anche la protesta per gli orari. Il servizio, infatti, è stato rivoluzionato a partire proprio quest'anno, in funzione di una politica di risparmi che ha portato a tagliare due pulmini che erano stati esternalizzati in passato ad una cooperativa sociale. In pratica: meno autisti, meno pulmini uguale nuovi percorsi (più lunghi) e nuovi orari (più mattutini). A farne le spese sono i bambini delle frazioni più lontane, costretti a terribili alzatacce per andare a scuola. Basti pensare che in alcune frazioni lo scuolabus passa alle 7,15. Insomma, sveglia alle 6,30. E, magari, un cuscino nella cartella.

Pubblicato il: 13/09/2011

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