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Orvieto fanalino di coda nella crescita del turismo umbro

Da notare che a livello regionale sono arrivati in Umbria il 6,7% di turisti in più. A fare le spese della cattiva performance orvietana è stato soprattutto il settore alberghiero. Guardando i dati, Orvieto impallidisce ed esce con le ossa rotta dal confronto con gli altri comprensori. Per l'assessore Marino la ripresa è possibile collegandosi con i flussi della Bassa Toscana e dll'Alta Tuscia

foto di copertina
ORVIETO - Orvieto fanalino di coda nella crescita del turismo umbro. Secondo i dati diffusi questa settimana dall'Osservatorio regionale per il turismo di palazzo , l'Orvietano non solo non è nella media della trend regionale, ma addirittura rallenta la crescita umbra con una performance assolutamente deludente che gli assegna un triste primato. Quello della meta umbra che, nel saldo tra 2010 e 2011, almeno per i primi sette mesi dell'anno, ha visto incrementare meno di tutti le presenze, con un modesto + 1,6% a fronte di una media regionale del 6,2% e a fronte di comprensori come il vicino Tuderte e l'Amerino che hanno registrare picchi rispettivamente del 14,4% e 13,2%. Non va meglio per gli arrivi dove Orvieto, con un +4,25% fa peggio solo del Trasimeno - + 1,8% - che però compensa ampiamente con le presenze (8,9%). Da notare che a livello regionale sono arrivati in Umbria il 6,7% di turisti in più. A fare le spese della cattiva performance orvietana è stato soprattutto il settore alberghiero dove su uno statico +0,3% delle presenze pesa soprattutto la fuga degli stranieri (-3,5%). Gli esercizi extalberghieri vanno meglio anche se i dati restano nell'ambito di un risultato deludente: + 5,3 per gli arrivi, + 2,9% per le presenze. Guardando i dati, Orvieto impallidisce ed esce con le ossa rotta dal confronto con gli altri comprensori. Tra i casi più vistosi i picchi del 28,2%, 20,7% e 24,7 che si registrano rispettivamente per l'arrivo di stranieri in Valnerina, Amerino e Folignate. Ma a deprimere la città del Duomo è soprattutto il confronto diretto la vicina Todi che ha fatto registrare un boom di turisti stranieri i cui arrivi sono aumentati del 43%. In numeri i dati stanno a significare che ad Orvieto tra genniao e luglio sono arrivati 79112 turisti a fronte dei 75884 dello scorso anno. Le presenze sono crescite invece da 166258 a 169044. Di fronte alle statistiche deprimenti sull'andamento dei flussi turistici dei primi sette mesi dall'anno, l'assessore comunale al ramo, Marco Marino più che arrovellarsi sui numeri è convinto che sia "necessario migliorare la qualità del turismo e attrarre nuovo turismo, creando sinergie coll'Alta Tuscia e la Bassa Toscana". È questa per il neo assessore l'unica via di ripresa possibile per il turismo orvietano. Seguire una strategia in sintonia con la storia del territorio e le sue reali vocazioni, cercando di superare la vecchia logica del particolarismo. "Umbria cuore verde - sintetizza Marino - è uno slogan che solo in parte può riguardare Orvieto il cui naturale territorio di riferimento è la Tuscia. Per questo occorre convogliare fondi (laddove ci siano) e forze per creare un prodotto che sia frutto di questa sinergia. Se continueremo a coltivare ognuno i propri singoli interessi e non sapremo guardare concretamente alla Tuscia e alla Bassa Toscana la nostra sarà sempre una battaglia impari". "I dati parlano di una città in crisi, una crisi che non parte da ieri ma che viene da lontano" conclude Marino che cita a questo proposito gli anni del "Progetto Orvieto" che non esita a definire - in buona sostanza - fallimentare perché "si è concentrato solo sulla manutenzione e sulla conservazione ma, alla luce dei fatti (vedi la popolazione scesa da 22mila a 20mila abitanti), non ha dato risultati economici".

Pubblicato il: 09/09/2011

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