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La bomba è esplosa

Fine dell'emergenza bomba scattata a seguito del ritrovamento il 31 agosto scorso, in un cantiere di Ciconia, di un ordigno inesploso risalente alla Seconda Guerra Mondiale La bomba. Galleria fotografica

foto di copertina

ORVIETO - Un tonfo sordo e una spettacolare colonna di fumo di una decina di metri ieri mattina alle 12,06 - in perfetto orario rispetto al crono programma messo a punto da prefettura e Com - hanno segnato la fine all'emergenza bomba, scattata a seguito del ritrovamento il 31 agosto scorso, in un cantiere di Ciconia, di un ordigno inesploso risalente alla Seconda Guerra Mondiale. È andato tutto liscio: la bomba d'aereo da mille libre di fabbricazione americana risalente al 1943, con i suoi 250 chili di tritolo, è stata distrutta, come da protocollo, in un'emergenza durata poco più di sei ore e che ha visto l'evacuazione di 1991 persone (i residenti nel raggio di 500 metri dal luogo in cui è stato ritrovato l'ordigno) e il blocco temporaneo della circolazione. Il tutto senza il coinvolgimento, stavolta, di autostrada e ferrovia.

Le operazioni coordinate dal vice prefetto Vincenzo Ferzoco - consistenti nel disinnesco, trasporto e brillamento - sono state precedute tra le 6 e le 8 dall'evacuazione. Poche le famiglie che si sono recate presso i centri di accoglienza messi a disposizione dal Comune, in molti invece hanno preferito essere ospitati da parenti o amici o andare al mare, nonostante la giornata abbia riservato anche qualche goccia di pioggia. Al termine dell'evacuazione sono iniziate le operazioni di disinnesco vere e proprie, da parte degli artificieri del nucleo operativo del 6° Reggimento Genio Pionieri di Roma composto dal capitano Matteo Tuzi, il maresciallo Roberto d'Alterio e il maresciallo Agostino Pinna.

Si è trattato di neutralizzare l'ordigno sul luogo di ritrovamento, disinnescando le due spolette armate di cui era dotata la bomba. Una spoletta e mezza per la verità, visto che nel corso del ritrovamento l'urto contro la bomba ha provocato la rottura di una spoletta, con grave pericolo per l'operaio orvietano, Marco Pacifici che in quel momento stava manovrando l'escavatore. La prima fase delle operazioni si è conclusa già alle 10, al punto che i residenti dalle 10,45 hanno potuto fare rientro nelle abitazioni. Con conseguente riapertura del traffico, dopo che la colonna di mezzi che trasportava l'ordigno alla cava Sece, in località Botto, per il brillamento è transitata sul "Ponte Adunata".

Presso la cava, in un punto individuato dagli artificieri, la bomba alla quale è stato applicato l'esplosivo, è stata alloggiata a cinque metri di profondità e poi fatta brillare con un innesco a miccia. Presente sul posto anche il comandante del 6° Reggimento Genio Pionieri di Roma, il colonnello Carlo Vetica. La bomba ha brillato alle 12,06 in punto, alzando una colonna di fumo e terra di una decina di metri e senza dispersione di schegge.

L'emergenza ha visto impegnata una task force composta uomini (e donne) e mezzi di polizia di Stato, carabinieri, vigili del fuoco, guardia di finanza, forestale, polizia locale, vigili urbani di Orvieto e servizi Asl e 118. Oltre a 70 volontari di protezione civile di Orvieto, Baschi, Guardea, Castelviscardo, Castelgiorgio, San Venanzo, Monteleone di Orvieto, Porano e la prociv-Arci dell'Orvietano.

Passato l'allarme, ancora una volta si tornerà a parlare dei costi ingenti relativi alla bonifica. Dovrebbe essere di circa 30mila euro la spesa di cui dovrebbero farsi carico i proprietari del terreno in cui la bomba è stata ritrovata.

Per questo, ad ogni rinvenimento di ordigno, la protezione civile spinge per una mappatura per realizzare una bonifica definitiva e non più occasionale. Un'idea che fa propria anche il sindaco della città, Toni Concina. "Ancora una volta tutte le strutture impegnate hanno dimostrato alta professionalità e consapevolezza della delicatezza dell'impegno - ha ieri detto il primo cittadino al termine dell'emergenza nel ringraziare tutte le strutture comunali che hanno operato -. Sarebbe auspicabile - ha aggiunto - pur considerando le attuali e obiettive difficoltà economiche, che si potesse fare un monitoraggio definitivo e completo della situazione degli ordigni inesplosi, per evitare questi frequenti stillicidi di interventi che comunque sono costosi per la collettività".

Pubblicato il: 05/09/2011

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