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Orvieto potrebbe essere cacciata da CITTASLOW. Non paga la quota di iscrizione all'associazione

E' Capitale delle Cittaslow e co-fondatrice dell'omonima associazione internazionale

ORVIETO - Capitale delle Cittaslow e co-fondatrice dell'omonima associazione internazionale nel 1999, Orvieto rischia di essere "buttata fuori" dalla rete delle città del buon vivere. Da due anni, infatti, il Comune di Orvieto non versa la quota annuale d'iscrizione all'associazione e se la cosa dovesse ripetersi per il terzo anno consecutivo, l'esclusione di Orvieto da Cittaslow, divenuto ormai un'icona internazionale, sarebbe automatica. Si tratta di poche migliaia di euro (2500 euro all'anno) all'anno il cui mancato versamento, quindi, pare dipendere più da una volontà politica che altro. Per pochi spiccioli, si cancellerebbe l'immagine di una città costruita in anni di progetti e lavori che hanno consentito di abbinare il nome di Orvieto a quello di "Orvieto con gusto", "Cittaslow in Festival" e da ultimo il "Pedibus". Il Movimento Cittaslow è nato nel 1999 dall'intuizione di Paolo Saturnini, allora Sindaco di Greve in Chianti, fatta propria dai sindaci delle città di Bra Francesco Guida, di Orvieto Stefano Cimicchi e di Positano Domenico Marrone, e accolta da Carlin Petrini, presidente di Slow Food. La sede centrale della rete internazionale di Cittaslow è tuttora ospitata a Orvieto presso il Palazzo del Gusto, nel quattrocentesco ex convento di San Giovanni. Ad essa fanno capo le diverse reti nazionali.

Pubblicato il: 28/08/2011

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