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Sulla riforma economica del governo nazionale sarebbe opportuno un consiglio comunale straordinario

di Oriano Ricci "C'è bisogno di organizzare un libero dibattito su questi temi, invitando, oltre l'intera cittadinanza tutti i protagonisti dello scenario regionale e locale, per un contributo alla definizione di un percorso riformistico, credibile e partecipato"

La recente manovra economica varata dal Governo Berlusconi, tra molte altre norme incerte ed opinabili ha introdotto anche quella riguardante la soppressione delle provincie sotto i 300 mila abitanti.
Norma evidentemente balneare e populista, priva di significato istituzionale ed economico che, al di là di comprensibili resistenze locali, dimostra il fiato corto dell'esecutivo, il quale non insegue più, nessun tentativo di riforma organica ma vive all'insegna del giorno per giorno, senza rete e senza
programma.
In questo quadro sarebbe stato opportuno che il Governo avesse affrontato la delicata e complessa situazione in una condizione non dominata dall' emergenza e con un serrato confronto con le parti sociali come da molti auspicato.
Appare evidente, infatti, che un cambiamento dell' architettura istituzionale corrente, finalizzato a migliori servizi ed ad un necessario contenimento dei relativi costi di gestione, si appalesa assolutamente necessario;
il sistema delle autonomie locali nonché la ripartizione del territorio della repubblica disposto dalla Costituzione e dalle leggi regionali e nazionali in materia, vanno di conseguenza rivisitate.
Tutto questo, tuttavia non può essere banalmente ridotto all' abolizione di qualche provincia e di alcuni comuni minori, ma, diversamente, medita analisi più complesse ed articolate anche recuperando il senso del lungo dibattito sviluppatosi in materia a partire dalle commissioni bicamerali degli anni 80.
Credo che dobbiamo porci in una logica costruttiva e non con logiche estemporanee e personali del tutto fuori luogo e fuorviando il dibattito come lo si può notare in questi giorni con esternazioni del tutto fuori logica e fuori le elementari normative in materia, del tutto estemporanee e improvvisate, ma  promuovendo un dibattito ampio e partecipato che voglia tra l'altro, in un  contesto di utilità del confronto, recuperare tutte le esperienze alte del mondo  istituzionali, associative e sindacali.
Per questo motivo credo che c'è bisogno di organizzare un libero dibattito su questi temi, invitando, oltre l'intera cittadinanza tutti i protagonisti dello scenario regionale e locale, per un contributo alla definizione di un percorso riformistico, credibile e partecipato.
Visto nel passato quest' amministrazione comunale di Orvieto, non ha dato molto peso ai consigli comunali aperti alla città e al confronto con le parti attive della città.
Visto che si parla di riforma istituzionale, forse questa volta sarebbe l'occasione buona per organizzare un Consiglio comunale straordinario aperto a tutto il comprensorio orvietano.

Pubblicato il: 23/08/2011

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