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Ma per il PdL i veri conservatori stanno a sinistra

Replica all'intervento del PD di opposizione all'abolizione delle province

Riceviamo dal PdL Orvieto e pubblichiamo

Dopo quasi un mese di silenzio (non si sa se perché in vacanza o perché tramortiti dall'approvazione del bilancio preventivo della Giunta Concina) i dirigenti del PD tornano a farsi sentire con delle considerazioni in merito alla proposta del Governo di cancellare alcune Provincie: dal documento del PD si palesa una totale contrarietà - forse per incapacità? -adiscutere di riforme istituzionali attraverso un confronto di idee e di proposte ed emerge, in tutta chiarezza, la totale volontà di conservare l'esistente e di difendere ad oltranza tutte le realtà dove c'è da gestire il potere: come si spiegherebbe, altrimenti, un acritica difesa della Provincia di Terni, senza cercare di provare a definire e disegnare, attraverso un confronto serio,  un diverso e più funzionale assetto delle Autonomie Locali? Sappiamo tutti che, probabilmente, le Provincie non verranno cancellate e che la proposta del Governo difficilmente troverà attuazione; inoltre, basta leggersi gli art. 132 e 133 della Costituzione per capire come sia molto difficile ridefinire i confini delle circoscrizioni provinciali. Detto tutto questo, sarebbe interessante, soprattutto in un territorio di confine come il nostro, aprire un confronto su come potrebbero modificarsi gli assetti territoriali in relazione agli Enti di primo e di secondo grado, oltre a tutte le realtà intermedie (ASL, ATI, Consorzi, ecc.); allo stesso modo è giunto il momento di aprire un confronto in merito ai disegni di legge regionali che riguardano l'assetto delle Unioni dei Comuni e, più in generale, della ridefinizione delle funzioni da delegare agli Enti intermedi. In buona sostanza, prendendo a pretesto la cancellazione delle Provincie, si può dare vita ad un processo costituente che promani dal basso e che potrebbe essere il motore di un nuovo modello istituzionale che liberi energie e che faccia divenire le realtà territoriali e le comunità le vere protagoniste del cambiamento. Mica sarà un reato se alcuni credono che questo processo debba vedere protagoniste le piccole patrie ed i territori omogenei per cultura, storia ed economia. Allo stesso modo, se qualcuno ritiene l'attuale regionalismo italiano anti-storico ed, al contrario, crede che debbano essere i Municipi i veri perni dello Stato, mica commetterà atto di lesa maestà ai sacri principi di via Pianzola? Scusate, ma in questi decenni quali benefici hanno avuto Orvieto ed il suo territorio dalle scelte fatte dalle burocrazie di Perugia e di Terni?

Per decenni la sinistra orvietana, pur di rimanere attaccata al potere, ha svenduto tutto e non ha avuto neanche la forza di salvare se stessa. E' per questo che, senza idee, brancola nel buio ed ha come unico fine quello di sopravvivere in un sistema immobile e conservatore.

 

PdL Orvieto

Pubblicato il: 23/08/2011

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