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Festa di Liberazione Montegabbione. Riprendiamoci la terra

Dal 17 al 21 agosto

di Isabella Marchino, responsabile Agricoltura PRC Alto-Orvietano, vicesindaco di Montegabbione

Il significato di una festa, le motivazioni di una ritualità che stenta a ritrovare le proprie radici e a rinnovare i propri tralci, lo stare insieme che diventa politico, sociale, culturale e contemporaneamente conviviale e piacevole. Le ragioni di una festa comunista, la partigianeria, il confronto su temi pesanti che diventa modulare e leggero, davanti ad una tagliata di chianina. C'è la risposta, c'è il segnare la presenza, c'è la riappropriazione di uno spazio politico fuori dalle Caste e dalla AntiCaste. Questa è la nostra Festa. Quest'anno il tema ci riporta alla Terra, la Terra coltivata, la Terra sfruttata e bistrattata, al lavoro agricolo, alla sovranità alimentare. 5 giorni dal 17 al 21 Agosto in cui ritrovarsi per il piacere di discutere insieme di questioni che non possiamo più delegare ad altri.

A manifesto di questa 5 giorni utilizziamo uno scritto del Subcomandante Insorgente Marcos voce della dignità ribelle che si è data il nome di EZLN. Tale scritto ci è stato segnalato dal Dott. Fabio Santori che ha curato la traduzione e che ringraziamo, così come ringraziamo anticipatamente tutti quelli che parteciperanno alla nostra Festa. Uno scritto appunto del dicembre 1993, prima del fatidico 1 gennaio 1994, quando la ribellione delle e degli indigeni del Chiapas (Messico) cominciò a parlare al mondo

"Sogna Antonio che la terra che lavora gli appartiene, sogna che il suo sudore è pagato con giustizia e verità, sogna che ci sono scuole per curare l'ignoranza e medicine per spaventare la morte, [...] sogna che la sua terra è libera e che è diritto della sua gente governare e governarsi, sogna di stare in pace con se stesso e con il mondo. Sogna che si deve lottare per realizzare questo sogno [...]. Sogna Antonio e si sveglia..ora sa che fare e vede sua moglie attizzare il fuoco, ascolta suo figlio piangere, guarda il sole che saluta l'oriente e affila il suo machete mentre sorride. Un vento si alza e tutto sconvolge, lui si alza e va ad incontrarsi con altri. Qualcosa gli ha suggerito che il suo desiderio è il desiderio di molti e va a cercarli. Sogna il vicere che la sua terra è agitata da un vento terribile che tutto alza, sogna che ciò che ha rubato gli è tolto, sogna che la sua casa è distrutta e che il regno che ha governato cade.

Sogna e non dorme. Il vicere va dai signori locali e questi gli dicono che sognano le stesse cose. Il vicere non riposa, va dai suoi medici e tutti gli dicono che è per una stregoneria indigena e tra tutti gli dicono che solo con il sangue si libererà da questa fattura; il vicere allora ordina di uccidere e incarcerare, costruisce più carceri e caserme e il sogno continua a rivelarsi

In questo Pease tutti sognano. Già è arrivata l'ora di svegliarsi"

Subcomandante Marcos, Relatos del Viejo Antonio, Chiach, Mexico 1998 (traduzione del brano Fabio Santori)

Pubblicato il: 13/08/2011

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