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Protezione civile. Il senso della nostra presenza agli scavi del Fanum Voltumnae

di Protezione civile Orvieto

In un moderno sistema di protezione civile la salvaguardia dei beni culturali, il loro recupero e cura in una emergenza, terremoto, alluvione o crollo è fondamentale. Tanto più in un Paese come il nostro disseminato da questo immenso tesoro rappresentato dalle tante opere d'arte, siti archeologici, monumenti, beni artistici e culturali.

La Regione dell'Umbria con la Protezione Civile Regionale e il suo Centro Operativo di Foligno rappresenta una vera "eccellenza" in questo senso. La Sezione Beni Culturali, diretta dall'Architetto Battoni ed i suoi collaboratori è un riferimento a livello nazionale per la professionalità e le tecnologie applicate nella diagnosi e nelle tecniche di intervento sui beni culturali in caso di emergenza.

Una struttura di ricovero dei beni recuperati antisismica, tecnologie d'avanguardia quali piccoli robot dotati di telecamere, sonde d'ispezione con microcamere, piccoli elicotterini per entrare in strutture danneggiate senza mettere in pericolo le vite dei tecnici e così effettuare diagnosi a distanza e decidere poi dove, come e quando  intervenire con il personale.

La Regione dell'Umbria ha iniziato questo suo percorso partendo dalla drammatica situazione del terremoto del 1997, operando sui tanti beni culturali danneggiati dal sisma, memore anche dei lutti che colpirono la nostra comunità nel crollo della Basilica di Assisi, ove valenti operatori della soprintendenza persero insieme ad altri la loro vita. Da allora le tecnologie hanno fatto passi da gigante, alcune di queste attrezzature sarà possibile vederle già nell'occasione della visita al Fanum  Vultumnae il prossimo 6 agosto.

Il volontariato di Protezione Civile è stato formato in questo senso, sulle tecniche di intervento, sulle modalità di recupero e messa in sicurezza dei beni, in questo caso archeologici. Sono stati formati degli operatori che sanno come rimuovere eventuali frane su di un sito archeologico o come svuotarlo in caso di alluvione facendo meno danni possibili  e ancora quali tecniche utilizzare per il loro trasporto e messa in sicurezza. Nel 2010 con appositi bandi, la Regione ha inteso finanziare il volontariato anche in questo senso, il Gruppo Comunale di Orvieto, la Misericordia di San Venanzo e Montegabbione insieme all' Associazione di Protezione Civile di Città della Pieve, hanno avuto finanziato un progetto presentato insieme con l'università di Perugia e Macerata, progetto redatto con la consulenza della Professoressa Stopponi, vera animatrice dello scavo orvietano.

Per questo il 6 agosto ci saremo anche noi, sarà un po' anche la nostra "Festa" insieme ai tanti ragazzi e ragazze italiani e stranieri che ogni hanno partecipano agli scavi con un entusiasmo vero. Il nostro apporto e supporto operativo è sicuramente marginale e non all'altezza della loro professionalità, ma ci siamo e ci saremo, perché crediamo nelle azioni positive e nelle potenzialità che questo settore, i Beni Culturali possono avere per il nostro Paese e per Orvieto. Anche perché un popolo che non ha memoria di sé non ha futuro.

Pubblicato il: 05/08/2011

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