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Macello chiuso, al collasso i macellai

Dal 25 luglio scorso, a Bardano, ha riaperto soltanto il sezionamento. "Le nostre attività stanno risentendo enormemente" della chiusura dell'impianto, afferma il presidente dei macellai del comprensorio orvietano in seno a Confcommercio, Marco Ricci

ORVIETO - Sta costando tempo e denaro ai macellai dell'Orvietano la chiusura del mattatoio comunale: protesta Confcommercio. A distanza di una ventina di giorni dai sigilli apposti dalla Corpo Forestale dello Stato all'impianto di Bardano, per la mancanza dell'autorizzazione allo smaltimento dei reflui, la situazione per i macellai si sta facendo insostenibile. "Le nostre attività stanno risentendo enormemente" della chiusura dell'impianto, afferma il presidente dei macellai del comprensorio orvietano in seno a Confcommercio, Marco Ricci. "Siamo costretti a spostarci fuori regione per macellare con conseguenti costi e sprechi inutili di tempo - spiega Ricci -. Le macellerie di Orvieto e del comprensorio servono numerose attività locali di ristorazione e rappresentano una realtà numericamente forte e importante e questi disagi potrebbero ripercuotersi su tutti noi, non possiamo permetterci di dover subire queste difficoltà oltre ai costi, negli anni lievitati, legati alle tariffe dell'acqua e dello smaltimento dei rifiuti". Se infatti dal 25 luglio scorso, a Bardano, ha riaperto il sezionamento, la macellazione è ancora momentaneamente trasferita ad Acquapendente, nel vicino Viterbese. Un costo e un disagio aggiuntivo che, dicono i macellai, non può durare ancora a lungo. "Siamo al collasso - afferma Ricci - chiediamo una politica di sostegno, che intervenga sul problema mattatoio. Quello che negli anni è sempre stato regolare - aggiunge - improvvisamente non lo è più, eppure - fa notare - erano stati stanziati contributi per intervenire e regolarizzare la struttura. Chiediamo spiegazioni e vogliamo comprendere come si sia arrivati a questa situazione" conclude Ricci auspicando "che gli enti preposti possano adoperarsi per consentirne la riapertura quanto prima". E qualche novità positiva nella vicenda effettivamente sembra esserci. I lavori di adeguamento del depuratore infatti sono stati eseguiti d'urgenza in questi ultimi giorni e ora l'impianto, di proprietà del Comune di Orvieto ma gestito dalla cooperativa Cimoa, è in attesa dei controlli propedeutici al rilascio dell'autorizzazione. Quello che al momento non è stato ancora definito sarebbe un particolare di rilievo: ovvero chi paga. L'amministrazione titolare dell'immobile o la cooperativa che gestisce l'impianto? Trattandosi di un intervento straordinario la risposta pareva essere scontata ma a quanto pare non è così. E la competenza sul saldo dei lavori è finita al centro di una trattativa tra amministrazione e Cimoa. Si tratta di circa 60mila euro, almeno questo sarebbe stato lo stanziamento individuato in passato nelle pieghe del bilancio comunale per i lavori mai effettuati. Le risorse non sono state individuate nemmeno nella variazione di bilancio che va in approvazione nel consiglio comunale di domani, 4 agosto.

Pubblicato il: 03/08/2011

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