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BASTA FEMMINICIDIO SOCIALE E POLITICO

di Associazione L'Albero di Antonia - Centro Antiviolenza di Orvieto "Una donna, un'altra, che si stava separando dal marito, è stata uccisa bruciata dall'uomo che non accettava il fatto che lei avesse deciso, per sé e i suoi figli, una vita diversa dalla relazione matrimoniale con quell'uomo..."

BASTA FEMMINICIDIO SOCIALE E POLITICO

Sono molto arrabbiata  e addolorata per il Femminicidio della donna di Acqualoreto, vicino ad Orvieto.

Una donna, un'altra, che si stava separando dal marito, è stata uccisa bruciata dall'uomo che non accettava il fatto che lei avesse deciso, per sé e i suoi figli, una vita diversa dalla relazione matrimoniale con quell'uomo. Non so come fossero i loro rapporti, se lei era "puttana "o "santa". Lei aveva preso una decisione autonoma (sono sicura, sofferta) e lui non ha retto l'onta, il fallimento, la perdita del suo potere e controllo sulla "sua" donna.

Sono arrabbiata non solo per il fatto che ancora accadano questi crimini, ma anche perché queste notizie di cronaca nera passano come fatto accidentale, dovuto ad un momento di follia estiva, come uno dei tanti che quasi scivolano su di noi come tante altre terribili delitti.

Sono arrabbiata perché quando si parla di violenza sulle donne si tende a minimizzare, a sminuire i fatti: se lui dà uno schiaffo alla sua donna,"gli è scappato", se la uccide si ipotizza "il momento di follia o di gelosia incontrollata".

Sono arrabbiata perché quando una donna, dopo anni di Violenza Domestica, trova la forza di andare a denunciare il marito alle Forze di Polizia, si sente rassicurare "ma no, vedrà, ci pensiamo noi" e svalutare "in fondo è solo un litigio".

Sono arrabbiata perché se una donna che da anni è umiliata, ferita, minacciata,  stuprata, si ritrova ad essere depressa e si rivolge ai Servizi Sociali, viene curata per la depressione, senza risalire alle cause; anche quando vi sono conclamati fatti abusivi con relative denunce, le strutture sociali pubbliche continuano a diagnosticare conflitti familiari ed incapacità genitoriali delle donne ignorando i reati, perpetrati in maniera continuativa e prolungata, contro la persona.

Sono arrabbiata perché ancora e sempre su media e pubblicità e nei luoghi più disparati (persino in alcuni esercizi commerciali locali), il corpo delle donne è svilito e usato per vendere prosciutti e auto, sessualizzato dallo sguardo maschile.

Sono arrabbiata perché molti cittadini italiani apprezzano e invidiano le performance pornografiche del Premier.

Sono arrabbiata perché noi donne subiamo più di tutti i tagli del Governo, siamo le prime ad essere licenziate e la nostra paga è statisticamente inferiore a quella degli uomini.

Voglio dire che in tutti gli ambiti della nostra società, passa lo stesso messaggio:  tu vali di meno, perché il modello di riferimento è maschile ed è basato sul dominio dell'uomo sulla donna (sin dalla famosa costola di Adamo) e dell'uomo sull'uomo (dalle antiche alle nuove schiavitù). È un modello che agisce e struttura tutto il sistema sociale, l'organizzazione in cui cresciamo e condiziona regole e comportamenti, pensiero e azione.

Il marito che brucia la moglie, o la picchia e la umilia, arriva a delle conseguenze estreme ma logiche: se io sono forte e tu debole, se tu sei di mia proprietà, se io solo (padre/marito/autorità) decido quello che tu puoi o non puoi fare (a partire dalla sessualità), se sono io a dettare le regole, allora io decido della tua vita e della tua morte, perpetuando il modello di dominanza, a discapito di una relazione sana, equilibrata ed appagante, dove gli esseri sono in connessione, cura e sostegno reciproco.

Le radici della dominanza patriarcale a livello storico-religioso-psicologico sono complesse e lontane nel tempo, ma gi effetti sociali devastanti sono sotto gli occhi di tutti.

Ora mi interessa scuotere la coscienza di tutti, perché una donna è stata bruciata, per farsi domande e cercare insieme risposte; invito tutti a ripensare alle basi  fondanti della nostra "civiltà" ed a cercare una pacifica convivenza nel rispetto dei diritti di tutti.

Alla luce del grande risveglio etico e civile che ha visto ultimamente le donne protagoniste, aspetto la mobilitazione forte delle Donne, dovunque siano impegnate, e l'impegno fattivo delle Istituzioni, nessuno escluso.

In questi giorni aspetto anche che il Capo dello Stato Giorgio Napolitano difenda i diritti civili ed umani delle donne vittime di violenza, negando la firma alla legge sul Processo lungo.

Basta con i Femminicidi e "se non ora quando ?".

Associazione L'Albero di Antonia - Centro Antiviolenza di Orvieto

Cell.  377 185 0991

Martedì è Mercoledì, dalle h 16.00 alle h 19.00

Giovedì, dalle h 9.30 alle h 12.30

Pubblicato il: 02/08/2011

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