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Coldiretti ha scelto Orvieto

Sarà sede della commissione tecnica provinciale sul vino, la prima che l'associazione costituisce in Umbria, in attesa di dare vita anche a quella regionale

ORVIETO - Coldiretti ha scelto Orvieto - in quanto "cuore pulsante del comparto a livello regionale e territoriale" - come sede della commissione tecnica provinciale sul vino, la prima che l'associazione costituisce in Umbria, in attesa di dare vita anche a quella regionale. Presieduta dall'enologo Maurilio Chioccia, la commissione è composta da: Chiara Custodi, Niccolò Barberani, Francesco Quondam, Massimo Panattoni, Andrea Radicchio, Nicola Tantini, Alessandro Lanterna. "Oltre ad una funzione di supporto alla risoluzione delle problematiche del settore - dichiara il presidente di Coldiretti Terni Massimo Manni - la commissione avrà il compito di veicolare le politiche della nostra organizzazione agricola, utili a rilanciare l'economia del territorio, in particolare dell'amerino-orvietano. Un nuovo strumento di sostegno quindi per un comparto fondamentale dell'agricoltura locale, che urge al più presto, di un rinnovato impegno e di mettere a confronto e a sistema, esperienze e professionalità in grado di contribuire a superare questo difficile momento". L'obiettivo principale è quello di individuare strategie utili al rilancio e al rafforzamento del comparto vitivinicolo umbro. "Le nostre commissioni tecniche - spiega Albano Agabiti presidente Coldiretti Umbria - nascono, nell'ambito dell'esigenza di rilancio del settore vitivinicolo, che ci ha portati nei mesi scorsi a sollecitare le istituzioni alla predisposizione di un Piano vitivinicolo regionale, proposte poi "raccolte", attraverso la convocazione di un "tavolo verde" specifico". "Il settore vitivinicolo umbro - continua Agabiti - rappresenta al meglio la qualità delle produzioni agricole della nostra regione che debbono essere sempre più valorizzate a cominciare da una politica unitaria, tesa ad una forte promozione sui mercati internazionali, visto che in Umbria è ancora scarsa la quantità di prodotto destinata all'estero. A fronte di un incremento della concorrenza internazionale nel settore del vino da parte di nuovi grandi Paesi produttori, l'unico strumento per poter competere resta il territorio, l'appeal per il prodotto locale e la qualità". Recenti studi Coldiretti indicano come per ogni grappolo di uva raccolta in Umbria si attivino ben 18 settori di lavori, dall'industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie. "Da un punto di vista agronomico in Umbria - osserva infine Alberto Bertinelli direttore Coldiretti Umbria - vanno razionalizzate le superfici vitate, le varietà di uve presenti e da impiantare, così come va potenziata la politica di commercializzazione per i piccoli e medi produttori, tenuto conto che la loro superficie vitata media aziendale, è inferiore all'ettaro. Non da ultimo occorre utilizzare con efficienza le risorse europee dell'Ocm vino, anche alla luce delle riforme normative introdotte e programmare le produzioni in funzione delle richieste reali del mercato, per evitare crisi di giacenza e quindi di prodotto invenduto".

Pubblicato il: 29/07/2011

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