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Pendolari. Cronache di una ordinaria emergenza

di Federica Martellini "In questo scorcio di luglio, che per molti è preludio delle ferie, la stanchezza a volte sopravanza la rabbia. Ci si sente in balia di qualcosa che va ben oltre il disagio e che è più di un disservizio"

Lunedì 25 luglio, ore 18.00. 800892021 è il numero verde delle Ferrovie dello Stato. A pagamento. Nemmeno dopo quasi 48 ore di un caos ferroviario che ha spezzato a metà l'Italia, lasciando a piedi pendolari, viaggiatori delle vacanze e occasionali sventurati, nessuno ha pensato di rendere gratuito questo "servizio". Le virgolette sono d'obbligo perché l'operatrice del call centre che risponde, dopo un quarto d'ora di attesa, in realtà di informazioni da fornire ne ha ben poche: su eventuali treni garantiti per il giorno successivo da Orvieto per Roma non c'è nessuna novità. Per gli intercity si saprà forse qualcosa richiamando "più tardi", ma non si sa bene quando Alla domanda sui convogli regionali invece l'operatrice trasecola: «su quelli assolutamente no! Non abbiamo nessun tipo di informazione» Evidentemente ormai sono dati come terra di nessuno, regno dei reietti, limbo o girone dantesco.

Chiedendo notizie alla stazione di Orvieto, intorno alle 13.00 dello stesso giorno, non avevamo avuto miglior fortuna: il personale della biglietteria (l'unico ancora in servizio presso la stazione) informa che in tutto il giorno non è arrivato nessuno treno da Roma, che la mattina sono partiti due treni ma che si sono fermati a Orte; loro non sanno dire con quale mezzo da Orte si possa poi proseguire Soprattutto, per il giorno successivo non hanno notizie di sorta su eventuali treni garantiti. L'impiegato della biglietteria chiosa dicendo che lui ha sentito il telegiornale e che «la situazione sembra più grave di quanto si pensasse: sta venendo giù tutta la stazione Tiburtina (sic!) e la situazione resterà così forse per un mese».

Anche per chi da anni ormai è avvezzo a disavventure ferroviarie di ogni sorta, la situazione è sconfortante: com'è possibile che al secondo giorno di delirio ferroviario le Ferrovie non abbiano nemmeno provveduto a garantire un servizio sostitutivo di base? Dal momento che quasi tutti i treni che transitano sembrano fare capolinea alla stazione di Orte, perché non si è pensato di organizzare dei bus navetta Orte-Roma, per tamponare la situazione? Chi ha un abbonamento mensile o annuale ha pagato in anticipo un servizio che le Ferrovie dello Stato non sono in grado di garantire, nemmeno in forma limitata o emergenziale. Senza peraltro saper fornire informazioni sul perdurare di una simile situazione. Il personale che dovrebbe gestire il contatto con gli utenti e dare indicazioni non è assolutamente preparato a farlo: non per carenza di scrupolo professionale ma per mancanza di notizie sulla situazione: la loro fonte è il telegiornale!

Il sito delle ferrovie poi merita una speciale menzione in questa mirabolante classifica della disinformazione. Nella pagina dedicata all'incendio di Tiburtina (http://www.fsnews.it/cms/v/index.jsp?vgnextoid=67c3f88ed1b51310VgnVCM1000008916f90aRCRD)  intorno a mezzogiorno di lunedì 25 c'è ancora l'elenco dei treni confermati fino alle 13.00. Solo più tardi comparirà quello dei treni del pomeriggio, mentre in serata arriva la sorpresa: «garantito il 90 % dei convogli» è il titolo a caratteri cubitali, mentre il link all'elenco dei treni garantiti per il 26 luglio sembra decisamente incoraggiante, pur continuando a riportare informazioni solo su intercity, eurostar e freccia rossa (omettendo invece ogni dato sulla situazione dei regionali). La mattina del 26 luglio un'amara sorpresa aspetta i pendolari e i viaggiatori che hanno accordato una volta di troppo la propria fiducia a Trenitalia e alle Ferrovie italiane. Il treno IC 581 in partenza da Orvieto alle 7.32 dato per confermato la sera precedente è stato invece soppresso.  

Mentre i regionali 3375 e 3377 sono arrivati rispettivamente a Roma Ostiense alle 9.40 (con 128 minuti di ritardo) e a Roma Termini alle 10.44 (con 150 minuti di ritardo).

Nel mattinata del 26 viene pubblicato sul sito di FS l'elenco dei treni garantiti per oggi, 27 luglio: il 581 è dato ancora una volta come "regolare", ma come fidarsi? Non solo si naviga a vista infatti, non solo non vengono organizzati servizi sostitutivi, non solo non si riescono ad avere previsioni su cosa accadrà di qui ai prossimi giorni, ma le scarne informazioni che le Ferrovie dello Stato forniscono ai propri utenti sono sbagliate. Così il 27, non disponendo di alcuna fonte affidabile di informazioni, ci si muove di nuovo in macchina. Scopriamo ora, una volta arrivati in ufficio, che invece oggi il 581 è passato Ma così è una lotteria

Nel frattempo la notizia dell'incendio di Tiburtina è scivolata in coda ai notiziari, se non del tutto scomparsa.

Le cronache nazionali sembrano aver liquidato la cosa come l'ennesima, pittoresca avventura ferroviaria estiva all'italiana. Una delle tante.

L'incendio è domato, il traffico ferroviario torna lentamente alla regolarità, gran parte dei convogli viaggia regolarmente. La colpa del tutto potrebbe essere forse dei soliti rom che rubano il rame Oppure di un cortocircuito, un guasto. La responsabilità ovviamente non è delle Ferrovie. Non la responsabilità dell'accaduto. Non quella della mala gestione di  quella che tutti continuano a chiamare emergenza (ma questa non è una novità). Non della ignobile e sciatta disinformazione praticata nei confronti degli utenti. Insomma la responsabilità di niente.

Chi ieri invece non ha trovato in stazione il treno garantito e ha dovuto cercare all'ultimo minuto un passaggio di fortuna, chi ha passato pomeriggi al telefono organizzandosi con gli altri pendolari per andare a Roma in macchina, chi ha dovuto chiedere ospitalità a Roma perché non può permettersi ritardi sul posto di lavoro, chi stamani aveva un esame all'università, chi ha preso (e perso a causa delle Ferrovie) l'ultimo giorno di ferie, tutti noi sappiamo che non è così. Sappiamo che il sito delle Ferrovie è inattendibile e che i treni dati per regolari potrebbero essere soppressi all'ultimo minuto. Sappiamo che abbiamo pagato un servizio che non ci viene garantito e che, costretti a venire a lavoro in macchina, abbiamo dovuto pagare, per un viaggio che avevamo già acquistato, benzina e pedaggio autostradale. Per non accumulare troppi ritardi, per non disertare l'ultimo appello della sessione d'esame, per non bruciarci le ferie nel rogo di Tiburtina.

In questo scorcio di luglio, che per molti è preludio delle ferie, la stanchezza a volte sopravanza la rabbia. Ci si sente in balia di qualcosa che va ben oltre il disagio e che è più di un disservizio. Avevamo ovviamente  intuito da tempo, per esperienza quotidiana, che Roma Tiburtina è ancora ben lontana dal divenire quella perla dell'architettura contemporanea che le Ferrovie hanno promesso ma ora che il futuro snodo dell'alta velocità all'italiana ha preso fuoco ci coglie l'amara sensazione di dover fare, ancora una volta, la cronaca di un incidente annunciato.

Pubblicato il: 28/07/2011

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