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Pensieri deboli, pessimi comportamenti, brutti tempi

di Dante Freddi Bilancio 2011. "Mi preme porre in evidenza soltanto due scelte emblematiche, opposte per valenza finanziaria, identiche per segnalare il metodo del ragionamento ed i valori politici che lo muovono: la vendita della palazzina comando e il pedaggio nel parcheggio della Stazione"

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Approvato il bilancio ed il riequilibrio, la Giunta Còncina va "avanti tutta", come urla enfaticamente una nota del PdL.
Forse il bilancio è corretto dal punto di vista formale, come d'altra parte lo erano tutti i bilanci precedenti, dato che non c'è e non c'è stata alcuna procedura nei confronti di Cimicchi, Mocio o Còncina.

Ma certamente è un massacro della città, che si può sopportare obtorto collo, con sofferenza, ma non certo proporre orgogliosamente come passaggio positivo verso un qualsiasi futuro, non è certamente " un successo di prospettiva e che mette la comunità orvietana alla prova di nuove sfide". Sic, il PdL nella sua nota sostiene proprio incredibilmente così.
E' stato detto e scritto tutto su questo bilancio 2011, abbiamo pubblicato una ridda di comunicati incrociati centrosinistra-centrodestra zeppi di improperi, di giudizi e pregiudizi, di  stupidaggini e sempre straordinariamente aggressivi, con l'eccellenza nel linguaggio "grasso" raggiunta dal PdL.
Se il bilancio non è realistico, si vedrà, forse, se qualcuno guarda e vede.
A me preme porre in evidenza soltanto due scelte emblematiche, opposte per valenza finanziaria, identiche per segnalare il metodo del ragionamento ed i valori politici che lo muovono: la vendita della palazzina comando e il pedaggio nel parcheggio della Stazione.
La prima, la vendita di parte della Piave, è sciagurata, perché così si perde completamente la possibilità di un progetto organico per l'area del Casermone, al di là di pregiudiziali sulla concessione o sulla vendita. Si inizia uno spezzettamento che consentirà di far quadrare le colonne delle entrate e delle uscite e darà gioia  al solerte ragionier Pizzo, ma che preclude anche una serio e credibile disegno per la città. Non potrà essere soltanto una posta di bilancio, o sarà un posta falsa, dovrà tradursi in azione e quindi la vendita di quel pezzo di Piave è contraria a tutti i programmi di centrodestra e di centrosinistra degli ultimi anni, è una contraddizione, è un tradimento degli elettori.
La seconda, la decisione di far pagare il parcheggio ai pendolari, è significativa di scarsa sensibilità sociale, è ancora più grave della prima, è egoista e prepotente, tutto per qualche migliaio di euro. Colpisce gente che non può far altro che sopportare il balzello, non ha scelta, non può parcheggiare in altra zona. Il parcheggio etnico, la tariffa differenziata per pendolari orvietani e forestieri, poi, è effetto di una mentalità che credevo fortunatamente scomparsa, quella che vedeva l'opposizione culturale e sociale tra l'abitante della città ed il villano, che è chi viene da fuori, dai paesi, dai "territori soggetti".

Un pendolare ha segnalato nell'incontro di qualche giorno fa un altro aspetto, indicativo della cesura tra problemi della gente ed amministratori: non era presente neppure un sindaco del comprensorio, un delegato, un consigliere, un amministratore di terza fila, un rappresentante delle Pro Loco, un organizzatore di sagre e feste paesane, un solidale qualsiasi. E sì che i pendolari che parcheggiano alla Stazione sono quattro cinquecento, soli, bistrattati.
Si discute ogni giorno di crisi della politica, di rapporto ostruito tra eletti ed elettori, di disagio della gente nei confronti della "casta" piccola o grande che sia. Ma che fiducia può avere in chi governa un pendolare che è costretto ad andare a Roma per lavoro o studio e subire le scelte di CònciPizzo e quelle del ferroviere Moretti? ogni giorno, finché avrà lavoro o potrà studiare, nell'indifferenza. 
Pensieri deboli, pessimi comportamenti, brutti tempi.

 

 

 

 

Pubblicato il: 20/07/2011

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