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Orvieto la bella, non più addormentata

di Gian Paolo Aceto, voce di 'Orvieto Capitale' "Il voto contro il bilancio, se quest'opposizione dovesse passare, sarebbe il seppellimento definitivo di tutte le speranze dei cittadini"

In questa città due anni fa si è rotto un malefico incantesimo.

Durante sessant'anni molte cose importanti sono state fatte dai partiti che erano al governo in Comune. Nobili aspirazioni di libertà giustizia  e riscatto sociale hanno trovato forma e sostanza nell'azione politica e sindacale. Strettamente collegata a questa azione di dirigenza partitica si è però via via aggiunta una assuefazione al comando, e alla conseguente obbedienza da parte di militanti, cittadini, elettori. Il dirigere è diventato irreggimentazione, l'essere d'accordo è diventato

sudditanza e autoomertoso silenzio, per bisogni particolari e certamente in sé legittimi, un esempio per tutti il posto di lavoro. Di conseguenza il momento delle elezioni si è progressivamente trasformato in routine perché "nulla cambi", visto che ai più fedeli andava bene così, e mentre altri aspettavano continuamente il loro turno per mostrarsi più fedeli dei fedeli.

E perciò negli ultimi decenni gli elettori, da lavoratori che erano sono diventati "lavotatori", macchine per votare.

Un pane, un voto.

 

Molti dei dirigenti dei vecchi partiti di sinistra si sono perciò autoassuefatti a un "naturale" ed eterno ruolo di comando, così come gli eredi naturali e legittimi di un padre deceduto sono, e certo naturalmente e giustamente, i figli.

Ma in politica si ha il diritto di sentirsi eredi legittimi quando, anche cambiati i tempi, si avanzano proposte adatte ai tempi nuovi. La capacità di contemporaneità è qualcosa non di diritto divino, in politica è una conquista continua. E necessaria.

Nelle elezioni del 2004 la parte migliore della Dc, sotto il nome di Margherita, per tacito e non torbido accordo è venuta a trarre d'impaccio tutta una larga parte della società politica partitica e votante di sinistra, che sapeva essersi esaurita per sempre "la spinta propulsiva". Mi riferisco alla spinta soltanto ideologica, e non certo a quella degli animi e dei cuori con le loro sacrosante aspirazioni. Ma era la guida che era diventata sempre più statica e si accontentava dei propri orticelli, aspiranti deputati, aspiranti sindaci, aspiranti assessori o consiglieri, aspiranti a sperare in qualcosa di concreto per sé. E la società civile poteva anche attendere, dato che gli alibi e le parole era facile trovarli, ripeterli, e continuare a ripeterli.

Conosco parecchi dirigenti ai vari livelli dei partiti di sinistra che, fuori dall'obbligata auto rappresentanza  politica , avrebbero l'energia e la positività per fare grandi cose in questo Comune,

ma l'appartenenza blocca ogni cambiamento.

 

Venne finalmente il 2009, e diventò Sindaco un uomo che vinse soprattutto per meriti suoi, e proprio per questi meriti che l'elettorato seppe intravvedere, fu votato e vinse.

La sua azione politico-amministrativa non ha fatto altro che confermare questi meriti, soprattutto quelli che da altri in simili situazioni vengono abilmente strombazzati. Si è battuto per trarre d'impaccio la situazione amministrativa, e in buona e decisiva parte ci è riuscito.

 

Due anni fa, davanti alla stasi numerica in consiglio comunale, alcuni di noi proposero che era meglio la caduta  dell'amministrazione, il commissario per un  periodo il più breve possibile, e nuove elezioni. Non avvenne, e adesso ci troviamo in una situazione completamente diversa, nella quale la posizione più lungimirante è quella del continuare.

Continuare significa anche, passata l'approvazione del bilancio, mettere in cantiere "operativamente" nuove proposte, avanzate da quella un po' mitica società civile che, proprio grazie alle qualità specifiche di questo Sindaco, il Dott. Toni Concina, ha speranze fondate  di poter "contare" per il merito delle proposte stesse e per l'urgenza della situazione economica, tanto turistica che culturale.

Il voto contro il bilancio, se quest'opposizione dovesse passare, sarebbe il seppellimento definitivo di tutte le speranze dei cittadini, che tra l'altro sono anche sempre più liberi elettori.

 

 

 

 

Pubblicato il: 17/07/2011

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