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La tassa sui pendolari è odiosa e iniqua

di Donatella Belcapo Nota sulle promesse rimangiate di Còncina. "Il parcheggio si paga: 36 euro l'anno se risiedi ad Orvieto, 240 se risiedi altrove.Il parcheggio si paga: 36 euro l'anno se risiedi ad Orvieto, 240 se risiedi altrove."

Il Sindaco di Orvieto fissa una tassa su lavoratori e studenti che più iniqua non si può: il pagamento del parcheggio alla stazione ferroviaria. Come Quintino Sella, Ministro delle Finanze della Destra storica, che nel 1869 applicò la tassa sul macinato: se il popolo vuole il pane deve macinare il grano, allora tassiamo il macinato.

Era una tassa odiosa perché colpiva un bene primario (del pane non si può fare a meno) ed era iniqua perché colpiva i contadini poveri, che usavano la farina per il consumo familiare; i proprietari terrieri infatti, che la farina la vendevano, la tassa la scaricavano sull'acquirente.

Davvero sorprendente il Sindaco Concina.

In campagna elettorale va a salutare i pendolari al mattino alla partenza per accaparrarsi il consenso. Poi invita il suo amico Gianni Alemanno che la spara grossa: un treno Orvieto-Roma ogni 40 minuti. Subito dopo il primo comunicato stampa da neo eletto: "i pendolari avranno le porte aperte", ma non disse quali.

Successivamente l'impegno a parlare con il suo amico Moretti, Amministratore Delegato delle Ferrovie, per migliorare il servizio: i pendolari sanno come è andata a finire.

A maggio dello scorso anno vota una delibera in Consiglio Comunale che esentava i pendolari dal pagamento del parcheggio. Dopo pochi giorni arriva un bando pasticcione che di quella delibera non teneva conto e metteva in concessione il parcheggio senza esentare i pendolari: non vi preoccupate - disse il Sindaco Concina - si tratta di una svista. Quando si dice un uomo di parola.

In questi ultimi giorni, zitto zitto, tomo tomo, ne vota un'altra di delibera, questa volta in Giunta, e si rimangia tutto. Il parcheggio si paga: 36 euro l'anno se risiedi ad Orvieto, 240 se risiedi altrove.

La storia si ripete. Come quella sul macinato anche questa è una tassa odiosa perché colpisce un bene primario (di quel parcheggio i pendolari non possono fare a meno) ed è iniqua (colpisce in modo differenziato ma non equo).

Almeno quella di Quintino Sella aveva il merito di essere una tassa rispettosa del principio della capacità contributiva: più grano hai da macinare più paghi. Quella di Concina neanche questo. Ma Pizzo non lo sa.

 

                                                                                      

Pubblicato il: 14/07/2011

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