Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Raccolta differenziata. Se i problemi si vedono si risolvono

di Gabriele Vagnucci "Speriamo che il senso civico dei cittadini sia premiato anche quando la Tarsu arriverà puntuale nelle cassette postali degli orvietani. Perché questa arriva puntuale, a differenza della raccolta mattutina che spesso si fa attendere"

foto di copertina

È attivo ormai da febbraio il sistema di raccolta differenziata "porta a porta" studiato dal comune. E da quel momento molte cose sono andate per la retta via: si è sviluppata una spirale virtuosa, sia nella coscienza civica dei cittadini, che hanno compreso l'importanza dell'iniziativa, sia in quella dell'amministrazione comunale, consapevole quest'ultima di dover e di poter avviare una politica di riciclaggio efficace in grado di creare sviluppo e occupazione in una realtà industriale orvietana che definire desolante sembra quasi riduttivo. 

E' notizia di qualche giorno fa, secondo quanto affermato  dall'assessore all'Ambiente ed energia Margottini nel recente convegno organizzato dall'Associazione Amici della Terra sul tema della gestione integrata dei rifiuti, che la percentuale di raccolta differenziata fatta registrare nel centro storico di Orvieto ha toccato il 68,01%. Un risultato sicuramente di rilievo, da leggersi positivamente anche alla luce degli incentivi messi in campo dalla Regione Umbria per quei comuni virtuosi che raggiungeranno nella raccolta differenziata gli obiettivi previsti dal Piano rifiuti, ovvero il 50 per cento nel 2010 ed il 65 per cento nel 2011 (e che Orvieto possa essere quantomeno annoverata nella lista è già di per sé  una fragorosa novità).

Nell'ottica di un miglioramento continuo del processo, che avverrà sicuramente con l'ottemperanza di molti delle regole. C'è però la realtà dei fatti, quella che scavalca i numeri, le statistiche, e le ottimistiche previsioni degli "esperti". C'è la realtà concreta e tangibile del lunedì mattina (e non solo), quelle cartacce che vede il cittadino per strada quando esce di casa per recarsi al lavoro, e ritrova suo malgrado quando, col sole allo zenit, vi ritorna per godersi il meritato riposo pomeridiano.

Il cittadino osserva, si indigna, commenta, ma può e deve anche suggerire, incentivare, far sentire la sua voce, per migliorare un sistema che seppur lodevole nella sua generalità presenta delle falle che vanno sistemate. E al più presto.

 

Esiste la questione cassonetti per esempio. Pochi e mal distribuiti. Ci sono zone della città dove per trovare un cassonetto per la raccolta differenziata bisognerebbe perdere minuti preziosi, fare chilometri su chilometri, e si sa, nessuno ha tempo da perdere e per quanto lo slancio ambientalista del cittadino orvietano possa essere alto, la scelta più comoda è quella di mettere tutto nel vecchio, grigio, sporco, cassonetto dell'indifferenziata più vicino. Perché la gente crea rifiuti anche mentre cammina, per strada, e non solo tra le quattro mura domestiche. Soprattutto nel periodo estivo, quando il flusso di turisti sulla rupe giunge a livelli importanti. Turisti che, provenendo soprattutto da paesi nord europei con una sensibilità notevolmente più spiccata per la causa ambientalista rispetto all'italico medio, non avrebbero certo difficoltà nel gettare la cartaccia nel simpatico quanto appariscente cassonetto color ocra.

Inoltre la raccolta "porta a porta" degli operatori ecologici avviene, soprattutto per l'umido, troppo poco spesso. Dal sabato al martedì della settimana successiva non è prevista la raccolta e quei minuscoli sacchettini rosa finiscono troppo spesso per rimanere in casa, nella migliore delle ipotesi sui terrazzi, per quei (fortunati) che li hanno. Un odore decente in casa diventa quasi una chimera, a meno che non si abbia intenzione di investire un'intera mensilità in arbre magique. Basterebbe forse mettere in giro per la città, o comunque in prossimità di centri abitati maggiormente popolosi, dei cassonetti appositi per la raccolta del vetro, della plastica e dell'umido, oltre che dell'indifferenziata, in modo che nel fine settimana, ma anche durante la settimana, gli accumuli di rifiuti possano essere smaltiti con facilità dai cittadini non dovendo rinunciare per forza di cose a differenziare. 

 

Poi la questione della raccolta dei sacchetti. La raccolta avviene in ore e giorni prestabiliti della settimana. E fin qui nulla da obiettare. Se non fosse che molto spesso, o per disorganizzazione, o per eccessivi carichi di lavoro gravanti sugli operatori ecologici o per carenze di organico della società adibita alla raccolta, i sacchi della spazzatura finiscono per rimanere per strada anche fino alle 11 del mattino. Ci sono giorni in cui  lo spettacolo indecente che si mostra agli occhi del cittadino orvietano e non solo è davvero indecoroso. Soprattutto in una città come Orvieto che fa del turismo la sua attività economica dominante.

Inoltre l'umido, in quanto tale, non emana proprio aromi profumati. I sacchetti per l'umido dovrebbero essere messi per strada in attesa dell'arrivo degli operatori ecologici con tanto di secchiello giustamente fornito dalla società stessa, ma non sempre questo avviene (questa volta per negligenza dei cittadini invece). I gatti randagi, soprattutto nelle zone più periferiche della città, avranno sicuramente guadagnato qualche chilo ultimamente visto che non è raro imbattersi in sacchi completamente sventrati che rotolano per strada lasciando sui lisci sampietrini i resti del pranzetto dei poveri felini. Ed essendoci comunque meno cassonetti per la raccolta dei rifiuti indifferenziati rispetto la passato, gli operatori passano con frequenza molto più blanda e non sempre la pulizia delle strade è immediata.

Nelle viuzze più lontane al corso o ai punti nevralgici della città, la sporcizia rimane anche per giorni. E' un po' come un cane che si morde la coda.

 

Per fortuna ci sono anche tante cose positive. Il volantino distribuito alle famiglie nel mese di gennaio è molto chiaro e permette di comprendere bene come i rifiuti vanno differenziati (cosa non banale visto che gli operatori ecologici dovrebbero visionare il contenuto dei sacchi) anche se comunque può essere sempre migliorato e aggiornato con altre tipologie di rifiuto non contemplate. Anche perché il cittadino, nell'incertezza, il più delle volte preferisce gettare il tutto nel sempre gettonato e comodo sacco nero senza troppe aspirazioni ambientaliste.

La luce sta pian piano attraversando quella coltre di grigiore che le passate amministrazioni avevano steso sopra la città, almeno dal punto di vista dei rifiuti. Molte cose sono da migliorare, molte sono state fatte.

Speriamo che il senso civico dei cittadini sia premiato anche quando la Tarsu arriverà puntuale nelle cassette postali degli orvietani. 

Perché questa arriva puntuale, a differenza della raccolta mattutina che spesso si fa attendere. Ci sono tanti modi per incentivare la differenziata, e se gli orvietani sentissero il portafogli un pochino più pesante farebbero volentieri ancora più attenzione a dove gettano i rifiuti che producono. Ma il periodo è quello che è, i conti sono quelli che sono e non c'è da aspettarsi miracoli o lampi di generosità da nessuno. Almeno per ora. Ma ci sono problemi risolvibili. Quelli descritti sopra rientrano in questa fattispecie.

 

Pubblicato il: 08/07/2011

Torna alle notizie...