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Una classe politica vecchia blocca il futuro

Il consigliere regionale del PD Andrea Smacchi punta il dito su qualità, attività e costi della classe dirigente politica. "I dati di un rapporto della Luiss - spiega Smacchi - ci dicono che in Italia il 60 per cento dei politici ha più di settanta anni mentre in Spagna è il 4,3. Politici del rango di Tony Blair, Al Gore, Michail Gorbaciov si sono ritirati a cinquanta anni"

- "La gerontocrazia della prima e della seconda Repubblica, presente a tutti i livelli istituzionali, ancora imperversa confusa e ignara di quali provvedimenti siano necessari ai nostri giovani, alle nostre donne e ai nostri figli". Il consigliere regionale del PD, Andrea Smacchi punta il dito su qualità, attività e costi della classe dirigente politica italiana sottolineando la necessità di un "profondo rinnovamento anche generazionale" e di maggior "rigore e senso del futuro".

Smacchi ricorda che nei paesi europei, "dove la democrazia si può definire compiuta, le decisioni che riguardano la fascia produttiva della società vengono assunte da politici che al massimo hanno cinquanta anni. In Italia - spiega -, siamo invece obbligati a dover parlare di green economy, di fotovoltaico, di semplificazione di tagli draconiani alla scuola con politici che hanno l'età dei nostri anziani nonni e che sono nelle Istituzioni da 40 anni". Il consigliere regionale sottolinea poi che la maggior parte delle volte questi politici hanno ricoperto ruoli ad ogni livello Istituzionale "e le loro indennità, i loro vitalizi, le loro liquidazioni si cumulano fino ad arrivare a decine di volte lo stipendio di un padre di famiglia".
L'esponente del PD prosegue la sua riflessione aggiungendo che gli italiani si trovano costretti "a subire i tagli lineari tremontiani o il blocco del pagamento delle multe sulle quote latte per stemperare l'ira delle forze padane, ma quello che è peggio è che queste misure non riguardano in nessun
modo e in nessun caso la casta trasversale dei politici a vita". E rispetto a ciò, Smacchi lancia una proposta che riguarda l'istituzione di cui fa parte: "E' giunto il momento che, anche in Umbria, un grande partito di governo come il Partito Democratico abbia la forza di aprire una seria discussione che possa portare alla abolizione della norma che prevede il
vitalizio per i consiglieri regionali".

L'esponente del Pd si dice poi convinto che la "vera riforma per le Istituzioni del nostro Paese sarebbe quella di rideterminare le finalità della politica che è degenerata a mero fine autoreferenziale e personalistico, invece di essere quel nobile mezzo utile al miglioramento delle condizioni di vita della collettività". Per Smacchi, inoltre, non basta vincere le amministrative o i referendum, se questo "serve solo a
legittimare ancora una volta le stesse monotone facce che usano le vittorie e le sconfitte per rimandare il vero ricambio delle classi dirigenti. Questo modo di interpretare la figura del politico - afferma - ha portato, inevitabilmente, a fare terra bruciata intorno alle Istituzioni, viste dalla gente comune come arroccate in difesa dei loro privilegi. I dati di un rapporto della Luiss - spiega Smacchi - ci dicono che in Italia il 60 per
cento dei politici ha più di settanta anni mentre in Spagna è il 4,3. E politici del rango di Tony Blair, Al Gore, Michail Gorbaciov si sono ritirati a cinquanta anni quando in Italia si è considerati dei lattanti della politica".

"I nostri grandi politici - sostiene Smacchi - ci parlano di aumentare la produttività, di licenziamenti e di delocalizzazione, piaghe causate in larga parte dal loro immobilismo e dal blocco dell'ascensore sociale. La politica di professione ha prodotto questi risultati - conclude - mentre
basterebbe, come suggeriscono pochi coraggiosi illuminati, adottare una regola cara ad Aristotele e cioè che si governa e si viene governati a turno".

Pubblicato il: 01/07/2011

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