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Fascisti su Marte

Metafora straordinaria della conquista di Orvieto da parte della destra paesana. Non sono fascisti veri, ma interpretano bene i personaggi di Guzzanti, dalla postura ai tic agli slogan

foto di copertina

Qualche giorno fa un amico, chiacchierando della situazione orvietana e della maggioranza, mi ha regalato una battuta che rigiro ai lettori, perché è divertente, perspicace, intelligente.

"Sono come i fascisti su Marte, alla conquista del pianeta rosso. Continuano le gesta eroiche anche se non c'è aria, per bonificare il territorio dai marziani rossi".

La battuta si riferisce al film di Corrado Guzzanti in cui, "Miracolosamente sottratti alla censura della storiografia marxista, vengono rispolverati alcuni cinegiornali risalenti agli anni '40, dove si narra - con orgoglio - dell'eroica impresa di un gruppo di fascisti alla conquista di Marte. Giunta sul pianeta rosso, la squadra capitanata dal Gerarca Barbagli, si muove con cautela nel misconosciuto territorio nemico. Nonostante la mancanza d'aria, d'acqua e di cibo, il fervore per il Duce li spinge poco a poco a tener fede alla loro categorica volontà littoria: "bonificare" il nuovo territorio per dedicare a Roma (e al suo capo) la meritata conquista."

Metafora straordinaria della conquista di Orvieto da parte della destra paesana. Non sono fascisti veri, ma interpretano bene i personaggi di Guzzanti, dalla postura ai tic agli slogan. Nella locandina si possono vedere "i nostri" guidati dal Gerarca Barbagli, che trovano un pianeta senza ossigeno ma non possono tornare indietro, devono dedicare la conquista al loro Duce, all'"Idea" senza idee, devono procedere, avanzare, amministrare.

Nella foto ci sono tutti, basta guardare bene.

Affermano, quasi fosse una conferenza stampa di Còncina:

"Per quel che concerne noi fortissimamente affermiamo questo puro, mero, meraviglioso eppure incontestabile fatto storico, che intero s'annuncia e si rapprende in questa semplice eppur lapidaria frase: "Alle ore 15:00 del 21 Giugno 2009 Orvieto è nostra!"

Poi se la cantano e se la suonano, le canzoni sono sempre quelle:

"Fascisti su Marte,
rosso pianeta bolscevico e traditor,
fascisti su Marte,
con un moschetto e un "me ne frego" dentro al cuor.

Siamo incredibili,
siam sommergibili,
siamo gli ignifughi,
gli irrevocabili conquistador
del sangue con onor
ed anche a questi alieni ora le reni spezzerem"


Questa la storia della conquista di Marte narrata nel linguaggio della retorica fascista. E' gustoso leggerlo e immaginare i "nostri" arditi, quelli caserecci.

Arditi, com'altro nomare questi baldi fiori del regime che osarono porre un imperativo categorico tra le sabbie bolsceviche di Marte.

Vite segnate dalla gloria che arrivarono con l'azione dove la lassitudine borghese non avrebbe spinto neanche la fantasia.
Eroi, diciamo noi, e dileggiamo con lazzi e marziali risa chi offenda la memoria di queste fierissime schiere.

Essi donarono all'Italia un nuovo Impero e per esso e per essa perirono.
Fu vera gloria? La domanda pur retorica e da noi stessi posta egualmente ci indigna e ribolle il sangue nelle romanissime vene.

Lo dica il postero, erede di un mondo fiacco e globale privo del suo Duce, dove l'industria italiana è solo merceria e la camicia nera è indosso ad ossute indossatrici.

Bizzarra è la mente umana repentina dimentica ciò che solo ieri è stato, ma di fronte a grandi uomini e alle loro imprese eccola farsi granito e le parole scolpirla come col coltello romantici cuori nella corteccia d'albero.

Scolpiti lo siano per sempre questi nomi: Fecchia, Pini, Freghieri, Barbagli e Santodio; quell'albero è la storia, quel cuore è l'Italia il coltello ... non lo so!

Uomini di fato intrisi, che soli videro l'onore di sentir scoccare l'ora del destino: Marte era italiana, Marte era fascista.

Essi furono il braccio e la mano del Duce estendersi oltre le grigie barriere liberali del cosmo giolittiano, del Duce che mai lo seppe, ma che per certo lo intuì; la sua mente è come una di quelle prodigiose macchine calcolatrici di cui si attende l'invenzione.

Per quel che concerne noi fortissimamente affermiamo questo puro, mero, meraviglioso eppure incontestabile fatto storico, che intero s'annuncia e si rapprende in questa semplice eppur lapidaria frase: "Alle ore 15:00 del 10 Maggio 1939 Marte è fascista!"

Questa la loro canzone:

"Sopra un prototipo di missile tedesco,
con sei gallette cadauno come desco,
i nostri eroi van dritti al cuor della marziana,
le verdi antenne al nostro Duce piegherai!

Fascisti su Marte,
rosso pianeta bolscevico e traditor,
fascisti su Marte,
con un moschetto e un "me ne frego" dentro al cuor.

Siamo incredibili,
siam sommergibili,
siamo gli ignifughi,
gli irrevocabili conquistador
del sangue con onor
ed anche a questi alieni ora le reni spezzerem.

Fascisti su Marte,
pianeta rosso aspetta che veniam da te,
fascisti su Marte,
noi ti daremo al nostro Duce al nostro Re.

Siamo incredibili,
siam sommergibili,
siamo gli ignifughi,
gli irrevocabili conquistador,
il mondo ha il nostro odor
ed anche a questi alieni ora le reni spezzerem.

Fascisti,
fascisti,
su Marte,
fascisti.

Pubblicato il: 27/06/2011

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