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La magia del Corpus Domini perde smalto. Continue soste, figuranti sfiniti dal sole

Per non parlare del corteo religioso che sembra aver smarrito il senso dell'evento che - forse va ricordato - non è una sfilata, ma una processione

foto di copertina

ORVIETO - La magia del Corpus Domini perde smalto. Continue soste, figuranti sfiniti dal sole, controllo asfissiante - ma evidentemente poco efficace - degli addetti. Per non parlare del corteo religioso che sembra aver smarrito il senso dell'evento che - forse va ricordato - non è una sfilata, ma una processione. L'uscita 2011 del corteo del Corpus Domini lascia l'amaro in bocca ai tanti orvietani e turisti venuti ad ammirare il Corporale del Miracolo di Bolsena e la rievocazione del potere civile e della forza militare del libero Comune di Orvieto. Tanti i problemi e le mancanze. A partire dalla continue soste che hanno aggravato il disagio per il caldo soffocante. Un corteo a singhiozzo, tra pause continue e andature a tratti di corsa. Il corteo storico e religioso si sono distanziati in alcuni punti anche per quaranta minuti, spezzando inevitabilmente quel pathos che comunque è mancato ad entrambe le processioni. Fatti salvi alcuni figuranti storici che non hanno tradito la dignità dei loro costumi. È grazie a loro che il corteo ha trasmesso ancora qualche emozione.

Crocchi di seminaristi raccolti in chiacchiere durate le pause, stendardi sbilenchi, la caccia all'ombra durante le soste con conseguente rottura delle righe. Scambi di battute. Sono alcune delle immagini più spiacevoli che hanno accompagnato questa edizione del Corpus Domini che non sarà certo ricordata per rigore e solennità. La parata - la prima cui ha partecipato l'amministratore apostolico, Giovanni Marra, prodigo di benedizioni durante il percorso - è stata preceduta in Duomo dalla santa messa concelebrata dal cardinale Gianfranco Ravasi ospite di questa edizione. Monsignor Ravasi nell'omelia, tra le altre cose, ha espresso l'auspicio che l'arte del passato di cui la città è piena possa essere d'ispirazione per la comunità orvietana di oggi.

Pubblicato il: 27/06/2011

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