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Il PdL chiede la 'verifica', la Giunta traballa

di Dante Freddi Comunque vada, Còncina ha regalato alla città una folata d'aria fresca e dovrà essere ricordato come una buona esperienza. Ma ora basta con gli apprendisti, ci vuole una classe dirigente, che sta faticosamente sgomitando ma che c'è, si nota. Poca gente, un gruppetto di giovani e vecchi, trasversale, positivo, che non puzza di politichese rancido. Ad majora

foto di copertina

Qualche giorno fa il capogruppo del PdL in Consiglio comunale ha presentato al sindaco ed ai capi gruppo di maggioranza un documento per "aprire un dibattito costruttivo all'interno della compagine di governo della città".  Il pezzo ha creato scalpore ma già si riflette pallidamente sull'informazione di questa settimana ed è utile un ritorno.
Infatti, finalmente, il PdL formula delle proposte in un documento che ha un capo ed una coda, seppure in mezzo niente. Appiccica un elenco di iniziative già decise e dibattute, dalla necessità di organizzare gli uffici per garantire l'efficienza dell'Amministrazione nel recupero dell'evasione fiscale fino alla previsione di un bando di vendita della Piave, dalla  densificazione del centro storico con giovani coppie fertili, tanto cara a Mocio, alla regolamentazione della viabilità nel centro storico etc.
C'è l'inventario di quanto si sarebbe dovuto realizzare e non lo è stato. E'stato riesumato perfino il Patto con Roma, che doveva stravolgere la vita della città e di cui non si sono perse le tracce.
La novità maggiore del documento è la spinta gagliarda impressa al sindaco per ottenere  "l'apertura entro il prossimo mese di agosto di almeno due bagni gestiti attraverso custodia ed a pagamento" e l'aut- aut agli assessori, che devono fare gli assessori. Tutto condivisibile quanto scontato.
Gustoso quest'ultimo passaggio, proposto con titolo maiuscolo:" ASSESSORI: già dalla prossima settimana si deve rendere obbligatoria la presenza di tutti gli assessori presso i propri uffici almeno un giorno a settimana per confrontarsi con i cittadini: eccetto che per giustificati ed improrogabili motivi, è necessaria la presenza degli assessori in Giunta ed in Consiglio Comunale, fin dall'inizio; non saranno più tollerate assenze che si protraggono per mesi e mesi".
Insomma, o Romiti ci sta o se ne va, e così vale per i nuovi acquisti di Còncina.
Il sindaco è trattato senza garbo, perché o costringe Romiti ad essere presente almeno una volta a settimana o lo deve liquidare con mortificazione, per richiesta di un alleato, perdendo comunque la faccia. La pretesa del PdL  è giustissima, ma il risultato si sarebbe potuto ottenere anche con un po' di grazia, almeno quella che si usa con gli alleati, proprio come se il PdL fosse anch'esso in questa Amministrazione con un paio di assessori e la maggioranza dei consiglieri.
Il PdL di Stefano Olimpieri ha capito che amministrare è difficile, cerca un capro espiatorio da strapazzare perché gli elettori di centrodestra lo chiedono. E affibbiare la colpa agli altri è usanza vecchia ed alla portata di tutti gli strateghi, anche quelli un po' più grezzi.
Ranchino ha sgamato l'andazzo, non vuole rimanere con il cerino in mano ed ha dichiarato che se non si riesce a far quadrare adeguatamente il bilancio, ci penserà il commissario. L'unico silente nella querelle lanciata dal PdL sulla necessità di una verifica della maggioranza è l'UDC. Si racconta di un comunicato stampa della segreteria provinciale che era già pronto ma che si è fermato da qualche parte.  Poi è arrivato un appello di Pizzo, rivolto al Consiglio comunale, per affrontare senza pregiudizi una soluzione per gli SWAP . Senza pregiudizi degli altri.

Va a finire che in tutta la vicenda chi fa la figura del tagliatore di servizi , di teste e di idee  è il viceassessore Pizzo e la sua UdC, che ha comunque anche l'altra faccia, quella opposta, quella di Gnagnarini, che anche sugli SWAP aveva già esposto più volte una soluzione diversa da quella del suo compagno di partito e che un tempo era considerato esperto dell'argomento. Un primato che ha clamorosamente perso di fronte ai luminari che consigliano l'Amministrazione, ma che ha tentato di riconquistare con l'invio ai consiglieri ed alla stampa, ieri, di un suo studio a documentazione della pericolosità della scelta auspicata da Pizzo sugli SWAP.

Gli elettori di centrosinistra che hanno votato Còncina, in tutto questo casino, ormai non desiderano altro che si ricominci daccapo. Nella loro area politica il segnale lanciato dall'elettorato nel 2009 è stato più o meno recepito e i vecchi personaggi stantii sono ormai in ultima fila, non possono apportare danni eccessivi, c'è la speranza di novità. 
Comunque vada, Còncina ha regalato alla città una folata d'aria fresca e dovrà essere ricordato come una buona esperienza. Il centrosinistra non potrà più scherzare con gli elettori ed avanzare proposte indecenti, sia di idee che di uomini,  il centrodestra ha sentito il pizzico della frusta che quotidianamente colpisce chi amministra e sarà più ricco, più competente, più capace.
Hanno guadagnato tutti qualcosa, ma ora basta con gli apprendisti, ci vuole una classe dirigente, che sta faticosamente sgomitando ma che c'è, si nota. Poca gente, un gruppetto di giovani e vecchi, trasversale, positivo, che non puzza di politichese rancido. Ad majora.

 

Pubblicato il: 15/06/2011

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