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SEL. La linea regionale di smaltimento dei rifiuti attraverso un ritorno all'incenerimento non è ammissibile e tradisce le aspettative di tutta una Regione

Il documento sui rifiuti di Sinistra Ecologia e Libertà

Riceviamo e pubblichiamo

Sinistra Ecologia e Libertà di Orvieto, in continuità a quanto affermato nel documento provinciale del novembre 2010 insieme ad IDV e Rifondazione Comunista, ritiene profondamente sbagliata l'ipotesi di un ritorno   all'incenerimento come soluzione per chiudere il ciclo dei rifiuti nel territorio ternano ed umbro.

Le linee del Piano Regionale  sulla Gestione dei Rifiuti, approvato a maggio del 2009 dalla giunta regionale uscente, prevedono l'uso della termovalorizzazione, non recependo le proposte e gli accordi programmatici di coalizione.

Tale proposta è per noi inaccettabile perché  riporta le lancette del tempo indietro di  più di un decennio, ad un dibattito che consideravamo oramai superato.

LA  SITUAZIONE  OGGI

Ad oggi il sistema di gestione dei rifiuti nel territorio orvietano, vede una raccolta differenziata ferma al 16%, con un tentativo di incrementare tale percentuale, portato avanti dall'attuale amministrazione di centrodestra, di fatto inconsistente per la sua stessa impostazione, che prevede la raccolta porta a porta per il solo centro storico.

I rifiuti rimanenti, ovvero la maggior parte, sono quindi conferiti presso la discarica "Le Crete", che resta ad oggi il solo vero metodo di smaltimento del Comune di Orvieto.

Lo stesso avviene in tutto il territorio dell'ATI4 e nel Comune di Terni, dove in particolare circa un terzo dei rifiuti prodotti viene destinato ai consorzi di recupero, mentre i restanti due terzi sono conferiti in discarica.

E' necessario invertire queste proporzioni e portare la raccolta differenziata oltre il 65% in tutto il territorio dell'ATI, risolvendo così buona parte dei problemi e rispettando le leggi nazionali in materia, che impongono il raggiungimento minimo del 65%  di raccolta differenziata entro il 2012.

Centrando questi obiettivi di raccolta differenziata, si renderebbe progressivamente residuale il ricorso alla discarica e si darebbe risposta alle preoccupazioni dei cittadini dell'orvietano.

Accanto a questo è evidente la necessità di investimenti infrastrutturali che portino alla realizzazione all'interno dell'ATI di un polo di riciclo e riuso dei rifiuti, nei quali conferire i  rifiuti differenziati.

Tali investimenti non sono irrealizzabili, ma devono rispondere ad un piano regionale che vada verso la direzione del riciclo e del riuso e non verso quella dell'incenerimento.

In questo senso riteniamo importante l'investimento previsto dal progetto Sao-ACEA per la creazione, anche a Le Crete di  Orvieto, di un impianto di trattamento dei rifiuti organici .

 

LA  PROPOSTA:  VERSO IL  POLO  DEL  RECUPERO  E  DEL RICICLO

Sono queste le fondamenta indispensabili per poter avviare nel territorio dell'ATI4 la costruzione di un polo del recupero e del riciclo, che consentirebbe di avere una filiera completa, conveniente dal lato economico, generatrice di nuove opportunità di lavoro e sostenibile sul piano ambientale.

I principi a cui si ispira la nostra proposta sono i seguenti:

-          i rifiuti sono trasformabili in materie prime seconde. Non cogliendo  l'opportunità di  recuperare  materiali ancora utili al ciclo produttivo, si arreca, tra l'altro,  un danno irreversibile all'ambiente perché, al posto di esse, si utilizzerà materia prima non rinnovabile;

-          l'incenerimento non fa scomparire, come per magia, i rifiuti, ma li trasforma in fumi, ceneri e polveri tossiche, la cui gestione è ancor più problematica;

-          il riciclaggio della materia è economicamente più conveniente di quanto lo sia l'energia ricavabile dall'incenerimento.

Il nascente polo del recupero e del riciclo non potrà che favorire la crescita di una corrispondente filiera della conoscenza, in grado di dare risposte migliori e più coerenti ai problemi più spinosi compreso quello della chiusura del ciclo.

Un problema, quest'ultimo, che viene affrontato con successo in altre province (vedi l'esperienza di Vedelago a Treviso) grazie a nuove tecnologie e nuove metodologie di trattamento che già oggi escludono il diseconomico ed inquinante ricorso alla termovalorizzazione ed all'ampliamento delle discariche.

Una esperienza, quella di Vedelago (ben conosciuta dai massimi vertici istituzionali ternani per averne visitato gli impianti di persona, recentemente), che non genera  alcun tipo di inquinamento, che è fonte di occupazione ed in grado di riciclare fino al 95%  della frazione secca conferita.

CONCLUSIONI

Riassumendo per punti schematici, si propone:

1)      Un piano operativo per la riduzione dei rifiuti alla fonte. La Provincia, il Comune di Terni e gli altri comuni dell'Ati 4 devono sviluppare, in collaborazione con le associazioni di categoria, un piano operativo per la riduzione della produzione dei rifiuti, per realizzare quanto previsto dal Piano Regionale dei rifiuti e stabilito dalle leggi nazionali, seguendo le esperienze positive di altri comuni italiani (Capannori ed altri);

2)       Raggiungimento dell'obiettivo minimo del 65% di raccolta differenziata, entro i tempi previsti dal Piano d'Ambito, considerandolo come base per azioni successive in grado di andare ben oltre i limiti minimi imposti dalla legge;

3)      Sviluppo ed ammodernamento degli impianti di preselezione e di trattamento per rendere più funzionale l'intero ciclo produttivo e migliorare la qualità delle materie prime seconde prodotte;

4)      Costruzione del polo industriale del recupero e del riciclo. Gli stessi soggetti, indicati al primo punto, dovranno promuovere un progetto per la costituzione del polo del recupero e del riciclo. Dovranno essere attivati contatti, con i consorzi e le aziende che operano nel settore, per promuovere il loro insediamento nel ternano, attraverso verticalizzazioni e progetti innovativi che consentano lo sviluppo di una filiera completa di comparto, ispirata ai modelli nazionali ed internazionali più avanzati. 

5)      Promozione di un autentico governo pubblico locale del ciclo dei rifiuti che abbia lo scopo di garantire effettivamente gli interessi della collettività anche in termini di sostenibilità economica.

6)      Strutturazione di un adeguato sistema di controllo pubblico, puntuale e trasparente, degli impianti e del ciclo produttivo, a tutela della salute dei cittadini.

7)      Individuazione di percorsi partecipativi e di strumenti adeguati per la pubblicizzazione dei dati e dei risultati, in modo da assicurare l'indispensabile informazione e partecipazione attiva della cittadinanza ad ogni fase del progetto.

8)      Applicazione effettiva della tariffa, consistente nella deduzione della quota relativa alla consegna di materiali, correttamente selezionati per il riciclo da parte del cittadino, con conseguente sgravio finanziario, quale forma di tangibile vantaggio/incentivo, a seguito di comportamenti virtuosi che alla fine coinvolgono l'intero nucleo famigliare;

Sulla gestione dei rifiuti, si potrà discutere sui tempi e sulle modalità, ma non sulla direzione da percorrere e le forze firmatarie questo documento non permetteranno che un solo euro dei cittadini venga destinato a scopi diversi da quelli concordati, né che si ripetano le scelte del passato.

E' necessaria una svolta politica coraggiosa per affrontare le gravi questioni ambientali del nostro territorio.

Pubblicato il: 14/06/2011

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