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Da Ecomafia 2011 il dossier di Legambiente, le storie e i numeri dell'illegalità in Umbria

Rifiuti e cemento i settori più interessati all'illegalità

Con 458 infrazioni accertate, 394 persone denunciate e 77 sequestri, l'Umbria è sempre tra le ultime regioni, quindi tra le meno colpite da fenomeni criminali ambientali - ciclo del cemento, dei rifiuti, del traffico dei animali, dei beni culturali - nella classifica nazionale dell'illegalità. Almeno stando ai numeri che rappresentano il lavoro delle forze dell'ordine in questo settore.

Non è però immune da fenomeni di illegalità, come testimonia la rassegna di storie e inchieste raccontata nel corso degli anni in Ecomafia, il dossier sulle mafie e i reati ambientali che ogni anno Legambiente pubblica e che ieri è stato presentato a Roma.

Il settore maggiormente interessato da fenomeni criminali, anche in Umbria, è quello dei rifiuti. Come è emerso anche dalle più recenti operazioni del Corpo Forestale dello Stato, una stagione di controlli capillari effettuati in 156 aziende in tutta la regione, 128 in provincia di Perugia e 28 in quella di Terni: 20 le persone denunciate e 7 i sequestri effettuati per smaltimento illegale di rifiuti pericolosi. Comminate multe per un totale di circa 380.000 euro. Dall'operazione della Forestale è emerso che in Umbria, ogni anno vengono prodotte 550.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani, 200.000 di imballaggi, 40.000 di fanghi, 2 milioni di tonnellate sono rifiuti speciali e 2.600 tonnellate sono rifiuti speciali sanitari e 61.000 di rifiuti speciali pericolosi. Dati tutti riscontrabili, ad eccezione dei rifiuti speciali pericolosi, che in Umbria sarebbero 61.000 e che non vengono trattati e denunciati correttamente. Infatti gli agenti impegnati nelle ispezioni hanno trovato rifiuti pericolosi stoccati malamente e per lungo tempo in posti inadatti o sversati direttamente nell'ambiente. In un caso il letto di un fiume era stato riempito completamente da una colata di cemento e malta. In una fabbrica di calzature del nocerino, gli scarti di produzione venivano bruciati all'aria aperta. In un'azienda in cui venivano smaltiti rifiuti sanitari, sarebbe stato immesso mercurio nell'atmosfera.

Tra le ultime indagini c'è anche quella nata da un filone dell'inchiesta aperta sull'emergenza rifiuti in Campania, il 12 luglio del 2010 ha portato la procura di Santa Maria Capua Vetere e i Carabinieri del Noe di Roma ad arrestare 14 persone in 7 regioni, compresa l'Umbria, per il reato di traffico illegale di rifiuti speciali e tossici. Un'impresa di Gricignano (Ce), che aveva l'incarico di ritirare i liquami presso le abitazioni prive di collegamenti alle fogne, anziché trattare i fanghi li smaltiva direttamente nelle campagne del casertano. Sono finiti sotto sequestro impianti a Gricignano, nel Frosinate e a Pistoia, oltre a numerosi automezzi utilizzati per il trasporto.

"Non solo rifiuti - dichiara Alessandra Piciotto, presidente di Legambiente Umbria - ma anche numerose infrazioni anche nel settore edile con 170 infrazioni accertate, 225 persone denunciate e 11 sequestri. La cementificazione progressiva dell'Umbria è ormai un dato di fatto. Trasformazioni del territorio con nuove urbanizzazioni e modifiche ai piani regolatori sono sotto gli occhi dei cittadini umbri. Si risponde con il cemento ad una domanda che non sembra esserci."

"Numeri e storie quelle del rapporto Ecomafie 2011 - conclude la Paciotto - che non devono far abbassare l'attenzione, ma devono invece incoraggiare la costruzione di un sistema di legalità organizzato e diffuso tra cittadini e amministrazioni che impedisca non solo i reati ambientali minori, ma sappia tenere testa alle azioni criminali delle ecomafie".

Pubblicato il: 10/06/2011

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