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Si parla di Piave ed ex ospedale

di Dante Freddi Al Bar Montanucci, alle 17,00, venerdì 10 giugno. C'è bisogno di progetto e per ragionare è necessario possedere la maggiore quantità possibile di informazioni e di punti di vista. Ci saranno Franco Raimondo Barbabella, ex presidente di RPO, Giovanni Stella, ex consulente del sindaco Mocio per la Piave, e Carlo Tonelli, delegato dal sindaco Còncina per la gestione di un "tavolo" che si occupa di "Vigna grande", personaggi chiave per sapere, tentare di capire, contribuire

foto di copertina

Non si può voler cambiare e lasciare tutto come è.
Non è possibile risanare i conti della città di Orvieto e non compiere le scelte faticose che portano ad un sistema virtuoso di spesa e di entrata, anche con sofferenze, le minore possibili, ma inevitabili.
Il Consiglio comunale ha approvato il bilancio consuntivo 2010, che si chiude con un passivo di 1milione e 700mila euro, e si appresta a discutere quello preventivo 2011.
Orvieto è una città con 56 milioni di debito, il 200% delle entrate annue, spende strutturalmente almeno 3,5 milioni più di quanto possa entrare, è incapace ad aumentare le entrate, non riesce a vendere i consistenti beni per ripianare i debiti e neppure a renderli redditizi. L'Amministrazione Còncina non ha trovato il modo di risolvere i problemi, non si intravede il rinnovamento auspicato ed il metodo è discutibile.
I giusti ragionamenti di alcuni esponenti del centrodestra nostrano, che evidenziano le oggettive difficoltà di  sanare la condizione fallimentare ereditata, si confondano però con le banalità recitate dai "buoni padri di famiglia" che razzolano in Consiglio, espressione emblematica dell'incapacità oggettiva di questa maggioranza di uscire dalla situazione, di trovare risorse e non soltanto di tagliare spese, di governare il futuro e non soltanto recriminare il passato. Un "buon padre di famiglia" tenta di tutto per migliorare la vita dei figli, non si accontenta di adeguare il futuro alle condizioni difficili del presente, lavora di più e pensa meglio, magari senza successo ma con l'energia e la mentalità che richiedono i tempi ardui.  
Il linguaggio utilizzato dalla maggioranza nei dibattiti, le sfumature dei ragionamenti, alcune affermazioni davvero grezze, gli atti che compie e quelli che non compie denunciano anche un sentimento revanscista, inadeguato, dannoso.
Anche quando la maggioranza  vota a favore, come è avvenuto sul documento Margottini, c'è l'intervento del PdL che ne stigmatizza i comportamenti, con toni sempre sopra le righe. E alla destra risponde una sinistra altrettanto grossolana, ma almeno qualche volta capace di mettere insieme idee su cui confrontarsi, come è avvenuto nel documento di Mariani "La vera emergenza è il futuro che manca. Il Partito Democratico di Orvieto raccoglie le sollecitazioni lanciate da Gianni Stella".

In molti, per mesi, abbiamo auspicato un accordo tra maggioranza e minoranza teso a governare le difficoltà finanziarie senza spegnere la speranza di una visione. Ma è andata diversamente, con responsabilità bipartisan, ed ha prevalso la voglia di rissa.
Còncina ha ricevuto i voti della maggioranza degli orvietani ma amministra soltanto per il sostegno di consiglieri votati  dal centrosinistra e addirittura di un candidato sindaco opposto a lui nelle elezioni del 2009.  C'era un'anomalia che andava sanata e si è provveduto con una contraddizione ancora maggiore.

Non sappiamo se il Consiglio riuscirà ad approvare un bilancio preventivo 2011, ma comunque le scelte che l'Amministrazione ha annunciato finora risultano mortificanti, asfissiano la città, sono semplici numeri senza senso politico, "tagli effettuati con il machete e gli occhi bendati", scrive Massimo Gnagnarini.

In questo contesto sfavorevole si pone comunque la necessità di discutere della città con un balzo innanzi, di premere perché i beni strategici di cui dispone il Comune e la Regione, ex Piave ed ex ospedale, non finiscano semplicemente come voce per far quadrare i bilanci, senza entrare mai in una discussione seria che coinvolga la gente, tutte le espressioni culturali ed economiche, i partiti.

C'è bisogno di progetto e per ragionare è necessario possedere la maggiore quantità possibile di informazioni e di punti di vista.
Crediamo che Franco Raimondo Barbabella, ex presidente di RPO, Giovanni Stella, ex consulente del sindaco Mocio per la Piave, e Carlo Tonelli, delegato dal sindaco Còncina per la gestione di un "tavolo" che si occupa di "Vigna grande", costituiscano personaggi chiave per sapere, tentare di capire, contribuire.
Di ex Piave etcetera ne parleremo con loro venerdì prossimo, il 10 maggio, al Bar Montanucci, alle ore 17,00, in un incontro pubblico che ha promosso orvietosi.it.

Pubblicato il: 06/06/2011

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