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Io sto con Còncina

Pier Luigi Leoni, tirato in ballo dall'intervista di Gangnarini, precisa la sua posizione all'interno del Consiglio comunale. "Pugnalare Antonio Concina, tradendo chi mi ha voluto in lista e chi mi ha votato, sarebbe un'infamia che non mi saprei perdonare e che non mi sarebbe perdonata. Massimo sa bene che non può chiedermelo e sa pure che è difficile mettermi paura. Vale a dire che il suo messaggio non è per me"

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Con l'intervista a Prima Pagina il mio amico Massimo Gnagnarini condanna senza appello l'amministrazione Concina e auspica lo scioglimento del consiglio comunale. Fino a qui egli rispecchia la posizione del PD orvietano e ci mette il carico da undici di una pesante insinuazione sulla politica dei derivati e sui rischi che assumerebbero i consiglieri comunali nel votare il bilancio. Poi Gnagnarini auspica che, durante il periodo della gestione commissariale, emerga "una soluzione politica condivisa che porti le forze politiche a nuovi equilibri e all'apporto di novità dalla società civile orvietana".

Io sono convinto che il risanamento finanziario del comune, la ricerca di equilibri politici più adeguati alle enormi difficoltà e il disegno di una ambiziosa programmazione, debbano maturare sotto la direzione del sindaco eletto dagli Orvietani (molti dei quali orientati a sinistra) per uscire da una situazione insostenibile. Concina è stato liberamente scelto dall'elettorato moderato, una parte consistente del quale aderisce al partito democratico. Se la partita non si svolge secondo le speranze, credo sia necessario rimescolare le carte, che del resto già sono state in parte rimescolate, e non rovesciare il tavolo. Ma anche se fossi convinto (e sinceramente non lo sono) che sotto il tavolo si troverebbe la soluzione, non darei certo una mano a rovesciarlo. Proporre, discutere, criticare, assumere iniziative interne ed esterne al consiglio comunale, in altri termini fare il consigliere comunale, è il mio compito. Pugnalare Antonio Concina, tradendo chi mi ha voluto in lista e chi mi ha votato, sarebbe un'infamia che non mi saprei perdonare e che non mi sarebbe perdonata. Massimo sa bene che non può chiedermelo e sa pure che è difficile mettermi paura. Vale a dire che il suo messaggio non è per me.

Pubblicato il: 03/06/2011

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