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L'amministrazione Còncina? 'usa il macete brandito con una benda sugli occhi'

Massimo Gnagnarini completa i ragionamenti che da mesi sta sviluppando e spazia tra temi prettamente di bilancio a quelli di politica amministrativa. In attesa del commissario, per porre fine a questa amministrazione senza "alcun progetto". E propone la sua alternativa...

foto di copertina

Riportiamo, autorizzati dall'interessato, l'intervista rilasciata da Massimo Gnagnarini a Prima Pagina e pubblicata nei giorni scorsi. Grazie anche a Gabriele Martelloni, della redazione di Prima Pagina. 

 

Massimo Gnagnarini, 55 anni, esponente orvietano dell'UDC, formazione e studi economici , addetto ai servizi di consulenza finanziaria presso le filiali di Terni della Cassa di Risparmio di Orvieto.

Esperto in materia finanziaria, ha realizzato vari studi per analizzare la situazione delle casse comunali e per proporre soluzioni.

In vista della prossima sessione di bilancio, abbiamo raccolto le sue prime impressioni.

 Il bilancio incombe. Tra qualche giorno sarà nota la bozza dell'Amministrazione ma già si conoscono le linee di indirizzo. Ti sei fatto un'idea a riguardo ?

Magari ci fossero delle linee di indirizzo o una precisa politica di bilancio, giusta o sbagliata che sia. Al contrario si può dire, usando una metafora culinaria, che siamo di fronte a un  pentolone messo lì a bollire da mesi e dove hanno riversato di tutto in maniera indistinta e priva d'ogni logica amministrativa.

L'impressione è che si siano messi ai fornelli non solo senza alcuna idea sul menù da cucinare, ma anche senza conoscere gli ingredienti, le dosi e i tempi di cottura. Dubito, anche,  che sappiano quando finiranno le riserve del gas perché di sicuro finiranno.

Si parla di autovelox, di tassa sul turismo; semplici palliativi, misure necessarie, o scelte dannose ?

Ecco,  appunto ! Le pare che vessare i cittadini con l'odiato marchingegno sia una politica di bilancio? Oppure quella di occuparsi di turismo quando c'è da chiedere l'obolo agli albergatori ?

Ci sono interventi che hanno senso solo se inseriti in un contesto di  programmazione dello sviluppo altrimenti il saldo sarà negativo anche per le casse del comune.

Sulla questione parcheggi c'è stato un ripensamento del'Amministrazione, ora indirizzata verso la gestione diretta. Merito anche delle sue annotazioni ?

Sì. Credo di sì. Pensi cosa sarebbe accaduto se quel bando e poi la trattativa privata per l'affidamento esterno della gestione fossero andati in porto.  In vent'anni di concessione il comune avrebbe incassato 12,3 Mln , oggi, mi dicono,  che il comune con la gestione diretta, quella che avevo sempre indicato, pensa di iscrivere in bilancio oltre 1,5 Mln all'anno che in vent'anni fanno 30 Mln. Ben più del doppio.

Dopo la moratoria dello scorso gennaio, nel bilancio dell'anno corrente le rate da pagare per gli swap saranno tre anziché due. Come si esce una volta per tutte da quello che ha più volte definito un pessimo affare ?

Facendo causa alla Royal Bank of Scotland il cui derivato venduto al comune è quello che svena le casse del comune al ritmo di 1Mln l'anno. Invece questa Amministrazione sta facendo causa alla BNL i cui derivati sono addirittura in attivo per il comune. E'una assurdità.

Aggiungo che se fossero vere le notizie relative alla non iscrizione nel bilancio del 2011 degli oneri derivanti dagli swap sulla base di un combinato disposto tra la causa contro BNL e un correlato accordo stretto dal comune con RBS sono i consiglieri comunali che voteranno il bilancio a doversi preoccupare delle responsabilità erariali e forse anche penali che ne potrebbero derivare.

Quest'Amministrazione sembra avere idee per uscire dal dissesto o brancola nel buio ? Nel senso, si accontenta di provvedimenti una tantum o mette in campo progetti di sviluppo?

Nessun progetto.

Come è noto le cose sono andate diversamente :

1)      Un patetico patto con Roma  come surrogato all'isolamento regionale e dallo stesso comprensorio orvietano nonché la cooptazione di tre consiglieri comunali "volenterosi" come surrogato del patto politico;

2)      Nessun progetto di sviluppo, si disse e si continua a dire, fin quando non si fosse risanato . Ma se così facessero anche gli altri comuni d'Italia più della metà di questi dovrebbe smettere di programmare ;

3)      No alla cartolarizzazione dei beni patrimoniali, compresa la ex caserma, che fosse accompagnata da un nuovo progetto di valorizzazione e sviluppo o meglio utilizzando quello già pronto "Vigna grande",   ma solo la presunzione di pareggiare il bilancio con la tentata vendita di immobili obsoleti e improbabili concessioni di parcheggi che nessuno vuole proprio perché inseriti in un contesto cittadino lasciato alla deriva  ;

4)      Fortissima ideologizzazione della maggioranza sempre più coesa e animata dall'anticomunismo di maniera  di pura marca berlusconiana, nella convinzione  di poter continuare ad addossare al "nemico"  non solo le colpe del passato ma anche l'inerzia e i fallimenti attuali.

A distanza di due anni i risultati di questa politica sono stati zero.

Anzi meno di zero se si considera che i conti del comune sono peggiorati ancora.

Quali sono gli errori da non commettere assolutamente in questa sessione di bilancio ?

Al punto in cui siamo l'errore più grande sarebbe quello di approvarlo. Non è gonfiando le cifre o anche ometterle che ci porta fuori da questo casino in cui è sprofondata la nostra città.

Possono fare un bilancio non veritiero , votarselo e tirare a campare qualche altro mese. Ma a che serve ? Non ci sono assi nella manica, non ci sono soluzioni dell'ultima ora. Se potessero farebbero volentieri a meno di presentarlo, il bilancio.

Quanto è vicina l'ipotesi di commissariamento ?

Non è una iattura, anzi può essere una soluzione politica condivisa che porti le forze politiche a nuovi equilibri e all'apporto di novità dalla società civile orvietana. Non mi sembra che tale ipotesi possa includere  altri rischi tipo la dichiarazione del dissesto o lunghi periodi di governo burocratico. Il comune di Orvieto conserva un elevato patrimonio immobiliare e di infrastrutture che costituiscono garanzie reali verso i creditori e il deficit finora accumulato.

La questione è uscire da questo totale immobilismo e dalla riproposizione della lotta tra destra e sinistra che pensavamo superata e invece è sempre lì a impedirci di crescere e di prendere consapevolezza.

Che ruolo può avere la Piave nel progetto di risanamento ? Se non sbaglio lei aveva proposto la cartolarizzazione

La cartolarizzazione ha tempi di realizzazione non inferiori a 14/16 mesi. Quando la proposi c'era tutto il tempo, oggi non più.  Ragionare sulla ex Caserma Piave equivale a ragionare sul tema dello sviluppo economico della città. Questa Amministrazione dimostra di non voler e di non saper ragionare di questo. Probabilmente a settembre, siccome ci sarà da sostituire i beni immobili non venduti messi a copertura del deficit, sceglieranno di inserire la vendita della Caserma Piave al loro posto. Ovviamente sarà pubblicato un bando che privo di ogni sostegno di programma e di una straccio di idea andrà o deserto o fallito per qualche  ragione,  così come, del resto, è accaduto già per tutti i tentativi di alienazione  messi in piedi dall'attuale Amministrazione.

Con l'UDC e quindi con il consigliere Pizzo che ha un importante delega al bilancio, avevate proposto un progetto di risanamento. Su quali pilastri si fondava ?

Come ha voluto ricordare lei si fondava sulla cartolarizzazione della ex Caserma Piave, che avrebbe consentito di avere la liquidità necessaria per abbattere il deficit e una parte dello stock del debito con la ripresa degli investimenti da un lato e nel contempo tutto il tempo necessario per fare il nuovo Progetto di sviluppo della città.

Nello stesso tempo indicavamo la strada per una politica delle entrate attraverso la gestione diretta dei beni culturali e dei parcheggi e anche, ovviamente, una riduzione di spesa che senza toccare i servizi sociali si incentrava sul ricorso contro il contratto Swap della RBS e la riorganizzazione dei costi delle numerose attività che il comune svolge in campo culturale.

C'erano dunque anche i tagli, ma pensavamo di dover usare lo scalpello e non certo il macete brandito con una benda sugli occhi.

Ma il pilastro fondamentale della nostra proposta di risanamento finanziario del comune era il "timing" cioè le cose possibili quando si era ancora in tempo.

Lei è uno dei fondatori del Covip, centro di discussione politica molto vivace, intitolato alla memoria di Romolo Tiberi. Ci parla di questa esperienza ?

E' stato il modo per ritrovarci tra persone di varia estrazione culturale e che abbiamo scelto per continuare ad alimentare un'idea della politica alta che a Orvieto ha avuto tra le più lucide e importanti figure quella del compianto senatore Romolo Tiberi.

Siamo dei veri innamorati della politica e come tali abbiamo un approccio assai passionale verso la questione orvietana, ma l'esperienza e la lunga navigazione di molti di noi ci da anche l'opportunità di indicare idee e soluzioni vere come ultimamente spesso è accaduto.

Pubblicato il: 03/06/2011

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