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Farmacia comunale. Per API la vendita è un errore

Nota di Cristina Calcagni, coordinatore regionale di API, che evidenzia anche altri dubbi: " Basta andare a cercare su internet 'cessione di farmacia comunale', che,  oltre alla delibera del consiglio comunale di Orvieto, si trovano circa 114.000 voci zeppe di sentenze del Tar e del Consiglio di Stato le quali molto spesso bocciano tale possibilità"

Riceviamo e pubblichiamo

Al di là della nostra solidarietà ai dipendenti della Farmacia Comunale, doverosa ma comunque poca cosa rispetto ai rischi reali per il loro posto di lavoro, ed anche al di là della valutazione politica, sulla quale restiamo fortemente contrari, sulla bontà della scelta di privare Orvieto di un così importante servizio pubblico,  si sottolinea come tale operazione, deliberata frettolosamente  a maggioranza, dal consiglio comunale sia, come minimo, di una complessità giuridico amministrativa straordinaria. Basta andare a cercare su internet 'cessione di farmacia comunale', che,  oltre alla delibera del consiglio comunale di Orvieto, si trovano circa 114.000 voci zeppe di sentenze del Tar e del Consiglio di Stato le quali, in dipendenza delle diverse situazioni, molto spesso bocciano tale possibilità.

 E' del tutto inutile discutere se la situazione Orvietana, anche alla luce dei recenti provvedimenti di riordino dell'assetto societario della farmacia Comunale, ricada o meno in quei casi in cui non è legittima la vendita; quello che è certo è che se tale deliberazione trovasse spazio ed avallo da parte del Comune per l'inserimento del ricavo di tale vendita nell'operazione di bilancio, vi sarà, come annunciato, il ricorso da parte dei dipendenti della Farmacia e, come minimo, si dovrà aspettare l'esito di tale ricorso, Tar, Consiglio di Stato, per procedere alla vendita.

 Ribadiamo con forza la nostra contrarietà a tale scelta principalmente per motivi politici che sono: siamo contrari a privare la città di un così importante servizio pubblico; quali garanzie abbiamo che, una volta venduta a privati la farmacia, essi non scelgano di collocarla altrove dalla Rupe, magari in qualche nuovo insediamento urbano come già si vocifera nei soliti conciliaboli bene informati, accelerando il processo di desertificazione della Rupe contro il quale ci siamo battuti con forza in campagna elettorale, in contrapposizione ai programmi storici della sinistra orvietana, che hanno sempre privilegiato la periferia al centro storico?

Tale contrarietà, associata alla certa difficoltà del percorso amministrativo per la cessione della farmacia, rappresentano con chiarezza lo stato confusionale col quale si muove questa Amministrazione alla vigilia di ogni manovra di riassetto o di bilancio: fax dell'ultimora in zona cesarini, concessioni triennali della caserma, parcheggi prima in concessione novantennale poi ritirati per gestione diretta, vendita di immobili, tasse di soggiorno, autovelox ed infine quest'ultima della Farmacia Comunale.

 In coerenza con il programma elettorale che, oltre a condannare l'attitudine delle precedenti amministrazioni a vendere cespiti del Comune per risanare bilanci, si impegnava ad invertire la tendenza dell'impoverimento del Centro Storico a favore della periferia, blocchiamo questa scelta sicuramente sbagliata,  molto probabilmente inutile,  superficiale ed affrettata nell' analisi di praticabilità. Invitiamo in particolare i Consiglieri di Centro Destra a rispettare il mandato elettorale ed a opporsi decisamente in Consiglio, rivedendo la posizione assunta a favore della cessione.

 

 

 

 

 

Pubblicato il: 02/06/2011

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