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La storia nuda e cruda dalla Farmacia comunale

Nota del PdL Orvieto, in cui si ricostruisce la storia della Farmacia comunale e si riaffermano le ragioni della sua vendita: perché "con il ricavato della vendita verranno diminuite le esposizioni debitorie del Comune di Orvieto"

Riceviamo dal PdL e pubblichiamo.

Era il lontano 2003 quando la sinistra orvietana  in preda a manie di grandezza e di onnipotenza decise di iniziare a giocare al "piccolo capitalista" e costituire alcune realtà che sono rimaste nella storia per i cosmici fallimenti finanziari. Infatti, se la palma d'oro del fallimento non può che essere data ad RPO (ricordiamo per la cronaca che dal maggio 2004 al dicembre 2006 la società ha consumato circa 700.000 euro di soldi pubblici, pari a 7/10 del capitale sociale), l'azienda speciale Farmacia Comunale non si è comportata male, tanto da avere avuto una grandissima notorietà in passivi di bilancio.

Ed allora, ricordiamo come sono andate le cose: nel 2003 venne costituita l'Azienda Speciale Farmacia Comunale con un Consiglio di Amministrazione composto da 5 (cinque) membri. Questi membri, spartiti con le modalità del classico Manuale Cencelli (2 ai DS, 1 alla Margherita, 1 ai socialisti ed 1 a Rifondazione Comunista) percepivano uno stipendio che gravava complessivamente sulle casse della Farmacia per circa 3.000 euro al mese. In sostanza la Farmacia di piazza della Repubblica aveva un CdA con un numero di  membri pari ad una società quotata in Borsa. C'è di più: nella pianta organica della Farmacia vi era una farmacista che svolgeva anche le mansioni di direttore e che, quindi, aveva in sé la gestione operativa, sollevando i componenti del CdA dal qualsivoglia responsabilità. Passano un paio di anni ed i bilanci della Farmacia producono passività da record, tanto che nel novembre 2007 la Corte dei Conti obbliga il Comune di Orvieto ad operare un assestamento di bilancio per 160.000 euro al fine di ripianare le perdite della Farmacia. Nel 2007, dopo le dimissioni del membro in quota Rifondazione Comunista, dopo l'emersione di perdite per cifre iperboliche  e, soprattutto,  dopo la vergogna di fronte alla città, il Sindaco Mocio decide di fare un'operazione di pura cosmesi,  portando da 5 a 3 i membri del CdA.

Con la vittoria di Concina la Farmacia viene considerata per quello che è realmente e non per un terreno dove fare "spartizione" di poltrone e "marchette" politiche. Con grande serietà ed in pochi mesi viene sostituito il  vecchio CdA con un Amministratore Unico - peraltro bravissimo e di grande competenza - e vengono messe le basi per un risanamento del bilancio. E' noto a tuttiche nell'anno 2010 la Farmacia Comunale ha chiuso con un utile di circa 40.000 euro.Inoltre, sempre Concina ed il centro destra hanno modificato la Pianta Organica delle Farmacie nel Comune di Orvieto, superando quel blocco vergognosoche per anni ha creato una situazione di forte squilibrio.

Di fronte a questa storia spetta ai cittadini di Orvieto trarre le considerazioni.

Una domanda sorge spontanea: perché viene venduta? La risposta è altrettanto semplice: viene venduta perché, da primi anni '80,  non ha più le caratteristiche per cui era nata, perché sta sul mercato allo stesso modo di quelle private e perché con il ricavato della vendita verranno diminuite le esposizioni debitorie del Comune di Orvieto.

Qualcuno questa storia la racconti ai signori del PD.

Pubblicato il: 28/05/2011

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