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Orvieto. L'amministrazione comunale vende la farmacia

Con il consiglio comunale di ieri la decisione è ormai presa e non è certo indolore. Non c'è ancora una stima del valore

ORVIETO - Tra le rimostranze dei dipendenti e quelle dell'opposizione, l'amministrazione comunale vende la farmacia comunale. Con il consiglio comunale di ieri la decisione è ormai presa e non è certo indolore. A dimostrarlo il cartello che campeggia sulla vetrina della farmacia comunale in piazza della Repubblica: "Informiamo i nostri clienti che, nonostante il buon livello dei servizi offerti ai cittadini e un bilancio decisamente positivo, l'amministrazione comunale di Orvieto mette in vendita la farmacia comunale. I dipendenti esprimono il loro totale disaccordo per la privatizzazione di un servizio pubblico così importante per la cittadinanza". Indefinito il cespite che il Comune di Orvieto intende realizzare con l'operazione. Non c'è ancora infatti una stima. La pratica è arrivata ieri pomeriggio in consiglio comunale con la giunta praticamente falcidiata. Assenti tra gli altri anche gli assessori di competenza, ovvero il vicesindaco Massimo Rosmini e l'assessore al Bilancio, Maurizio Romiti. Il sindaco l'ha definita un'operazione "doverosa" per quanto "dolorosa", stigmatizzando l'atteggiamento di quanti in simili situazioni "si tirano fuori" in maniera ricorrente. "Le rimostranze complicano ulteriormente la situazione" ha anche aggiunto Coincina. Le proteste del personale però paiono inevitabili soprattutto visto che, a distanza di una settimana, i dipendenti si sarebbero relazionati prima con l'assessore di competenza che avrebbe rassicurato sull'assenza di problemi e poi con il consigliere delegato Piergiorgio Pizzo che avrebbe invece annunciato l'alienazione. Nettamente contraria la minoranza. Il Pd, in sede di dibattito in consiglio, ha messo in guardia dal proseguire sulla strada delle vendite continue perché quel che serve al bilancio sono "nuove entrate strutturali" e non nuove alienazioni. Vendite, per giunta, dall'esito sempre incerto. "Garantite almeno la salvaguardia del personale" è stato l'appello di Giuseppe Germani (Pd). Condizione evidentemente inaccettabile per la maggioranza visto che proprio le spese per il personale sarebbero quelle che pregiudicherebbero la redditività della farmacia comunale dove lavorano quattro farmacisti, un impiegato e un addetto alle pulizie. In più ci sono da mettere in conto le spese per il mantenimento degli organismi di gestione. A dispetto dei conti in rosso del passato, in ogni caso, la farmacia comunale quest'anno ha chiuso il consuntivo 2010 con 40mila euro di attivo. Il problema è che per l'amministrazione se si vogliono far quadrare i conti non resta molto altro da alienare. "Resta il Comune - è stato detto con un certo sarcasmo - ma quello non si può".

Pubblicato il: 25/05/2011

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