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Regione. Brega comunica al Consiglio di essere indagato

Il presidente del Consiglio regionale nelle comunicazioni ha esposto le sue considerazioni sulla vicenda giudiziaria che lo riguarda sulla parte di inchiesta relativa agli "Eventi Valentiniani" condotta della Procura di Terni

In apertura della seduta odierna del Consiglio regionale dedicata alla discussione delle interrogazioni a risposta immediata (question time), il presidente del Consiglio regionale nelle comunicazioni ha esposto le sue considerazioni sulla vicenda giudiziaria che lo riguarda sulla parte di inchiesta relativa agli "Eventi Valentiniani" condotta della Procura di Terni .
Nella comunicazione, intesa come "atto di verità nei confronti dell'Assemblea legislativa", Brega ribadisce la sua "assoluta estraneità ai fatti", esprime "piena fiducia alla magistratura e alle forze dell'ordine" e si pone "in serena attesa delle analisi che le componenti politiche di questa istituzione vorranno fare, assicurando sul mio onore che sarà mia cura trarne la sintesi migliore per tutti".
Di seguito il testo integrale dell'intervento del presidente Eros Brega:

"Signori consiglieri anche se non avrei mai immaginato di attraversare un momento quale quello che sto attraversando avverto convintamente il dovere di svolgere una comunicazione.
Lo faccio serenamente, lo faccio come responsabile atto di verità nei confronti di questa assemblea; quella verità alla quale devo dare delle risposte.
Ma lo faccio con la forza della ragione e con la libertà della coscienza nella certezza che alla fine la verità dovrà affermarsi.
La Procura della Repubblica di Terni giorni fa e per l'esattezza il 16/5/2011 mi ha notificato un invito a comparire con cui venivo avvertito di essere indagato per peculato e concussione.
L'articolato addebito nell'effettività dell'occorso è assolutamente tranquillizzante per le ragioni che mi accingo ad esprimere.
Gli episodi di peculato, intanto, deve essere rimarcato, non attengono alla funzione da me attualmente svolta.
Essi devono essere inquadrati in chiave temporale nel periodo in cui svolgevo il ruolo di assessore al Comune di Terni, con delega alla organizzazione degli Eventi valentiniani più esattamente tale ipotesi di contestazione viene sub-frazionata in due segmenti temporali. L'uno relativo al biennio 2001/2002 quando avevo curato direttamente la manifestazione come assessore al Comune di Terni, l'altro al triennio 2003/2005 quando avevo curato la medesima, manifestazione con la qualifica di presidente di Eventi valentiniani.
In entrambe le ipotesi sono messe in discussione la natura e le modalità di spesa.
Ribadisco anche innanzi a questa assemblea la mia assoluta estraneità agli assunti fatti sopracitati.
Vuoi, rispetto al biennio 2001/2002 perché i denari usciti dalle casse del comune non si sarebbero potuti impiegare se non previo ottenimento della determinazione di spesa, firmata dal dirigente responsabile dell'assessorato e quindi i fondi sono stati utilizzati in piena assonanza alle procedure di legge.
Vuoi rispetto al triennio successivo, perché i denari spesi dall'associazione eventi valentiniani attengono ad impieghi di liquidità tutti regolarmente correlati a documenti contabili.
Quanto, infine al supposto reato di concussione - unico che mi viene addebitato nell'incarico politico e istituzionalmente che ricopro - affermo e ribadisco in questa aula che la mia visita in carcere era stata programmata tempo prima dei fatti in questione, circostanza, questa da tutti i presenti confermata.
Aggiungo che in più occasioni nel passato mi sono recato in visita agli operatori e alla popolazione detenuta nel carcere, e perché rappresenta una realtà significativa della città e perché lo stato di difficoltà delle carceri italiane e quindi anche di quella ternana sono da tempo a tutti note.
Osservo, tuttavia che se guardate con il metro di giudizio che mi viene riservato, visite di vari soggetti istituzionali avvenute in questi anni in strutture carcerarie avrebbero esse stesse potuto incorrere in interpretazioni capziose.
Ciò non toglie che in questi, per me tristi giorni mi sono chiesto se fosse stato opportuno recarmi in visita in quel contesto e, oggi, a posteriori eviterei di rifarlo anche se, onestamente non riesco ad immaginare che la circostanza possa assumere dimensioni tali dal ritrovarmi accusato di aver strumentalizzato quella visita per altri motivi che ad un esame di coscienza che sto facendo in questi giorni sfuggono nel modo più assoluto alla mia comprensione.
Colleghi, mi auguro che i fatti dimostreranno che oggi in questa aula ho aperto il cuore alla verità e quindi che la fiducia che mi avete accordato un anno fa è stata giustamente riposta.
Compio dunque questo atto di verità per la solennità di questa assemblea ma anche per me stesso e per la mia famiglia perché lo esigo come uomo nel ricordo del detto aristotelico quando afferma: "Pur essendoci care entrambe le cose, gli amici e la verità, è dovere morale preferire la verità".
Nel concludere, ribadendo la mia piena fiducia nell'operato della magistratura e delle Forze dell'Ordine, mi pongo in serena attesa delle analisi che le componenti politiche di questa istituzione vorranno fare
assicurando sul mio onore che sarà mia cura trarne la sintesi migliore per tutti".

Pubblicato il: 24/05/2011

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