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A Lubriano trionfa 'Un giudice'


Molte risate con applausi a scena aperta hanno rallegrato la serata, con alternanza di riflessioni sul presente

A volte può essere rischioso mettere in scena un testo noto e amato come la "Patente" di Pirandello, proprio perché le aspettative da parte del pubblico sono tante. Il riferimento più autorevole che subito affiora alla mente è l'indimenticabile interpretazione di Totò. Ma la giovane compagnia "La Strada", sabato scorso, chiudendo la rassegna "Chi è di scena" al Teatro dei Calanchi di Lubriano con un tutto esaurito e sedie aggiunte, non ha deluso le aspettative  mettendo in scena una riduzione ben architettata, gustosa e divertente. Il giovane regista, Nicola Ragone, così ha spiegato il suo lavoro: "Lo spettacolo nasce da una suggestione pirandelliana e dalla volontà di mettere in scena una realtà antica e moderna allo stesso tempo, in cui si evidenziano le problematiche di una società rovinata dai soprusi del potere e dagli abusi della giustizia. La critica permane nel sottotesto, mentre in superficie esplode tutto il carattere comico che sfocia in situazioni grottesche e surreali." Lo studio del giudice è diventato così un teatro dove tra malintesi, gag e giochi di parole, si è sviluppato un racconto ricco di colpi di scena dal ritmo incalzante che ha travolto il pubblico. L'uso dell'iperbole e del grottesco è ben riuscito, i personaggi sono apparsi credibili grazie anche alla buona prova degli attori. Ricordiamo l'efficace Maurizio Sacchetti nei panni del giudice, Francesco Sannicandro un usciere superstizioso e furbo molto divertente, Chiara Iommi ha incarnato la bella e seducente Rosina col giusto piglio, mentre il personaggio più atteso, quello dello Iettatore, è stato interpretato da Giuseppe Ragone con un sapiente dosaggio tra comicità vera e un fondo d'amarezza e sofferenza, senza cadere nel banale o nel patetico. Molte risate con applausi a scena aperta hanno rallegrato la serata, con alternanza di riflessioni sul presente.

Pubblicato il: 23/05/2011

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