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Stefano Cimicchi.
Risposte politiche e non botaniche

Approfondimento

di Stefano Cimicchi

 

Se fossi il giornalista Claudio Lattanzi mi vergognerei di essere italiano perché al concittadino Stefano Melone non viene riconosciuta la causa di servizio per la morte causata dall'esposizione a sostanze radioattive durante l'intervento NATO nei Balcani. Avevo proposto di intitolargli una via per tenere viva la sua memoria e per continuare insieme alla famiglia la battaglia affinché venissero riconosciuti i suoi diritti di fedele servitore dello Stato. I 'Signori della Guerra' mi hanno risposto che non potevano andare contro il loro Governo e questo Stato. Io non me la sono sentita, allora, di esporre il concittadino elicotterista ad una battaglia che avrebbe visto prevalere posizioni opportunistiche da qualsiasi parte fossero state espresse. Ora si tenta una volgare speculazione sui morti di Nassiriya? Addirittura facendo confusione con i segni di altri morti, di altre storie e di altri momenti! E' questo il modo di ragionare serio e responsabile?.
Io avrei messo non una ma cento piante per ogni giovane italiano ucciso in Iraq, ma non con la falsa motivazione che erano lì per portare la Pace. In nessun atto ufficiale sta scritto che si trattava di una operazione di peace keeping (tenere la Pace) come si dice in gergo tecnico. Proponendo la cosa in quella maniera provocatoria si è voluto consapevolmente confondere i sentimenti con la ragione. Molti come noi che hanno evitato di chiedere l'immediato ritiro delle nostre truppe per rispetto dei morti, non possono essere provocati chiedendogli di condividere una missione che non si doveva fare. La nostra opinione condivisa da miliardi di persone e da grandi Paesi democratici quali la Francia, la Germania e la Russia, deve essere rispettata come noi rispettiamo quella di chi ha deciso di esporre i nostri militari, in condizioni difficilissime, ad un sacrificio enorme, sproporzionato rispetto ai risultati politici ed economici. Germania e Francia non parteciperanno alla ricostruzione dell'Iraq? Ma quanti morti ci saranno ancora e quale democrazia rimarrà sul campo dopo che Americani ed Alleati se ne saranno andati? Come avverrà il passaggio tra alleati e l'ONU come chiedono gli americani che non ce la fanno più a sostenere i costi dell'operazione? Cosa deciderà e con quali soldi il Governo Italiano finanzierà il permanere dei nostri ragazzi in Iraq?.
Pessimo è il generale che manda allo sbaraglio i suoi uomini. I nostri ragazzi morti a Nassiriya chiedono risposte politiche e non botaniche. La riflessione sviluppata in questi anni nella nostra Città sul senso dei nostri 'Segni della Memoria' deve continuare senza strappi unilaterali, altrimenti ritorneremo al clima da guerra civile post Seconda Guerra Mondiale. E questo, credo che non ce lo possiamo permettere.

Pubblicato il: 13/12/2003

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