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Facciamo chiarezza

La "querelle" è quella nata dal voto del Consiglio comunale di Orvieto, che ha bocciato la mozione di AN in cui si chiedeva di commemorare i caduti di Nasserya con un albero o una stele, e comunque di riconoscerli come martiri

Politica

di Dante Freddi

Facciamo chiarezza.

La "querelle" è quella nata dal voto del Consiglio comunale di Orvieto, che ha bocciato la mozione di AN in cui si chiedeva di commemorare i caduti di Nasserya con un albero o una stele, e comunque di riconoscerli come martiri.

La coalizione di centrosinistra si è divisa e soltanto DS e Rifondazione hanno votato contro ed ottenuto la maggioranza.

I diversi interventi sulla stampa che si sono succeduti hanno fatto immaginare che il voto del Consiglio avesse bocciato il riconoscimento del sacrificio dei militari italiani.

Il motivo del dissenso era stata invece la parte della mozione in cui si definiva come "missione di pace" quella in Iraq e non, quindi, il riconoscimento del valore dei soldati italiani.

Una questione prettamente politica, a cui AN non ha potuto rinunciare, perché coinvolge il suo governo, e su cui DS e RC non hanno potuto passare sopra perché coinvolge le loro convinzioni.

Questi i fatti e quello che segue un ragionamento personale.

Le parole grosse e grasse espresse da alcuni uomini di AN e che hanno trovato grande spazio sulla stampa si sono rivelate inopportune nella forma e strumentali nella sostanza, perché hanno spostato il tema vero dello scontro su un terreno in cui più facilmente raccogliere consensi. Hanno quindi evocato Patria, bandiera, martirio come se fossero stati questi i valori su cui ha votato il Consiglio.

Ho già espresso in un "corsivo" la mia condivisione della delusione espressa da Stefano Olimpieri, primo firmatario della mozione, insieme al rifiuto del tono esacerbato con cui questo sentimento è stato manifestato dal consigliere di AN.

Mi sembra opportuna la puntualizzazione che propone Cimicchi nell'"approfondimento" allegato a questa nota, perché chiarisce i termini della vicenda.

Non sono d'accordo però sul comportamento tenuto in Consiglio da Cimicchi, DS e Rifondazione.

Cimicchi esprime certamente un sentimento vero e profondo quando dichiara che avrebbe messo "non una ma cento piante per ogni giovane italiano ucciso in Iraq ", ed è per questo che, di conseguenza, lui ed il suo partito hanno commesso un grave errore.

Avrebbero potuto, infatti, proporre e votarsi una propria versione della mozione, in cui si decideva di piantare un bosco per i caduti di Nasserya, "impegnati per il Paese in una missione in Iraq, comandati dal governo italiano". Il termine "missione di pace" sarebbe scomparso e la partecipazione della città al sacrificio dei caduti di Nasserya sarebbe stata garantita.

Con buona pace di tutti ed in rispetto del clima natalizio e della ragione.

Pubblicato il: 13/12/2003

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