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I conti del Comune di male in peggio. Uno sguardo al consuntivo 2010

di Massimo Gnagnarini Il Consiglio comunale ne discuterà venerdì prossimo. "La giusta politica di bilancio è quella da incardinare su nuove entrate che devono scaturire da una efficace e intelligente messa a reddito della città  per la quale,  più che i muscoli, serve usare il cervello"

foto di copertina

La priorità dell'amministrazione comunale era e drammaticamente rimane il risanamento finanziario dell'ente.

Per ottenere risultati occorre, si sa,  agire su due piani:  

-  quello del riequilibrio tra la spesa e le entrate correnti che viene registrato nella gestione di competenza;

-  quello dell'abbattimento del deficit, tra cui la vendita del patrimonio,  che impatta sui risultati complessivi della gestione finanziaria .

Sfortunatamente, a due anni dal suo insediamento, la giunta Concina non è riuscita a conseguire, come certificano i documenti del rendiconto del 2010 all'esame della prossima seduta di Consiglio comunale, i risultati positivi che ci si attendeva su entrambi i due fronti.

 La gestione di competenza.

Si tratta di quella parte del bilancio che considera unicamente le operazioni relative all'esercizio in corso separandole da quelle degli anni precedenti e non ancora concluse.

In altre parole si riparte ogni volta da zero e si contano, alla fine dell'anno, le entrate realmente accertate e le spese realmente impegnate.

Ne risulterà un equilibro o uno squilibrio positivo o negativo che può esser definito strutturale del bilancio e il cui trend storico, per il comune di Orvieto, possiamo osservare nella tabella che segue:

 

TREND DEI RISULTATI DELLA GESTIONE DI COMPETENZA

DEL COMUNE DI ORVIETO

2007

2008

2009

2010

giunta Mocio

giunta Mocio

Previsione iniziale (Mocio)

Riequilibrio finale

(Concina)

giunta Concina

Entrate

22.691.609

23.435.720

22.462.512

21.528.690

22.763.638

Uscite

23.501.471

24.985.609

21.348.324

27.825.336

23.398.884

 

 

 

 

 

      * 513.089

Squilibrio

- 809.862

 - 1.549.889

** + 1.114.188

 - 6.296.646

- 1.135.246

 

*   Si tratta della rata semestrale dello Swap di competenza del 2010 ma traslata in aggiunta  a quella di  giugno 2011 per accordo con la RBS.

** Si tratta dell'avanzo teorico, piuttosto inverosimile, che si sarebbe registrato qualora il bilancio iniziale varato dalla giunta Mocio fosse stato         confermato in fase di riequilibrio dalla giunta Concina.

 

Come si può facilmente constatare il 2010 riporta uno squilibrio che replica la media, negativa, di quelli già registrati negli anni precedenti.

L'eccezionale performance negativa del 2009 coincide con il cambio d'amministrazione che ha dato luogo a una lunga serie di straordinarietà che si sono scaricate sulla spesa corrente come, ad esempio, quella del Milione di euro di risarcimento alla Cofhatec a conclusione dell'annosa vertenza.  

Nondimeno ha influito un atteggiamento di totale inerzia gestionale della nuova amministrazione nei confronti delle minor spese che pure erano state programmate nel bilancio di previsione iniziale predisposto dall'amministrazione uscente.

Certamente il preventivo varato dalla giunta Mocio all'inizio del 2009 si presentava così radicalmente emendato da non poter apparire fondato, ma altrettanto colposo e dannoso è stato il comportamento della giunta Concina per non aver  tentato di gestire, almeno in parte,  quei tagli draconiani lasciando, al contrario,  correre la spesa in modo del tutto incontrollato .

Si veda, a questo proposito, il caso del comparto di spesa ( funzione nr. 5 del bilancio aggregato) denominato "Cultura e Beni Culturali" che a marzo 2009 fu postato dalla giunta Mocio per 1.197.067 euro per poi,  a ottobre 2009,  esser "riequilibrato" dalla giunta Concina a 3.149.764 euro per poi, dalla stessa, tre mesi dopo, fatto ridimagrire, nel bilancio 2010,  a 1.521.947 euro.

Se ne potrebbe dedurre che il carosello di cifre diminuite, poi riaumentate e poi di nuovo diminuite sia servito per pilotare il deficit con un effetto a orologeria allo scopo, seppur legittimo, di marcare una discontinuità con la gestione passata,  ma colpevolmente spinto fino alla deresponsabilizzazione dei compiti e delle responsabilità appena assunte.

Che dire, poi, di quei consiglieri comunali che hanno votato senza soluzione di continuità  a favore di ognuna di queste variazioni smentendo così, ogni volta, se stessi, o più verosimilmente,  senza, ogni volta,  capire nulla di quel che andavano a votare.

 Il risanamento del deficit finanziario.

Al 31 dicembre scorso, come il rendiconto 2010 fotografa,  il deficit del comune di Orvieto era cresciuto fino  a 10.414.266 euro .

E' noto, infatti, come tutte le operazioni di alienazione del patrimonio finora messe in atto dall'amministrazione si siano concluse con un nulla di fatto e che alla fine del 2011, ovvero entro i due esercizi successivi ai provvedimenti presi,  scadranno i tempi utili per concludere le vendite.

Sono trascorsi già quattro mesi del 2011 e non sono stati annunciati altri provvedimenti utili all'abbattimento del deficit  che, inesorabilmente, continua  a crescere  ogni  giorno , così anche dal

1 gennaio 2011 a oggi,   con un ritmo pari ai dietimi dello squilibrio strutturale del bilancio.

 Previsioni per il 2011.

In queste ultime settimane il dibattito è ruotato esclusivamente intorno a una delibera di giunta propedeutica a una serie di annunciati tagli alla spesa sociale e alla cultura che ha suscitato reazioni opposte e per lo più di sconcerto e di vibrate proteste.

Intendiamoci, è utile e giusto operare dei tagli se nel farlo si usa lo scalpello, mentre è del tutto inutile e dannoso quando all'uopo ci si presenta atleticamente impugnando un macete.  

Infatti la giusta politica di bilancio è quella da incardinare su nuove entrate che devono scaturire da una efficace e intelligente messa a reddito della città  per la quale,  più che i muscoli, serve usare il cervello.

Anche se il cervello, si sa, è come il coraggio di don Abbondio.

Pubblicato il: 26/04/2011

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