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Confronto con la Giunta per discutere l'insieme delle politiche regionali per gli anziani

E' quanto ha deciso la terza Commissione di Palazzo Cesaroni che ha avviato l'iter di discussione sulla proposta di legge del consigliere Buconi (Socialisti italiani), che prevede di riorganizzare l'assistenza degli anziani non più in grado di vivere autonomamente

Un confronto con la Giunta regionale per discutere sull'insieme delle politiche regionali per gli anziani, sui programmi e sulle prospettive del settore: è quanto ha deciso la terza Commissione di Palazzo Cesaroni che ha avviato l'iter di discussione sulla proposta di legge del consigliere Buconi (Socialisti italiani), che prevede di riorganizzare l'assistenza degli anziani non più in grado di vivere autonomamente, individuando più livelli di non autosufficienza, da quella lieve e meno costosa fino allo stato vegetativo del paziente che comporta spese maggiori e servizi ininterrotti.

Alla decisione si è arrivati al termine della seduta della terza Commissione, interamente dedicata all'esame della proposta di legge regionale, "Norme per il miglioramento dell'offerta dei servizi residenziali agli anziani", illustrata dallo stesso proponente, e ritenuta "complessa e rilevante sul piano politico", perché affronta il tema degli anziani non autosufficienti in una regione come l'Umbria che notoriamente ha numeri record, sia per il numero degli anziani che per le aspettativa di vita.
La terza Commissione ha anche deciso di chiedere agli uffici di preparare l'istruttoria sul testo la cui trattazione dovrà essere trasformata da referente a redigente.

La proposta di legge, che consta di 7 articoli, prende lo spunto dalla situazione attuale che vede la Regione Umbria intervenire nell'assistenza delle persone anziane non autosufficienti ricoverate in residenze protette del territorio, pubbliche e private, con un contributo giornaliero di 87,20 euro per ogni giorno di ricovero, indipendentemente dal grado di non autosufficienza del paziente. Una cifra da ritenersi adeguata, se destinata ad assistere anziani lievemente non autosufficienti, non del tutto capaci di gestirsi, ma che diventa esigua se l'anziano passa ad una condizione di infermità totale. E' in questa seconda situazione, della non autosufficienza grave, che il costo lievita di molto per i gestori delle residenze, perché
il paziente nel nuovo stato richiede servizi sanitari qualificati e personalizzati da garantire 24 ore su 24. E proprio il passaggio da una gravità minima alla non autosufficienza totale ha dato luogo ai casi di mantenimento dei pazienti più gravi all'interno delle strutture iniziali, non più adatte e non autorizzate a questa nuova funzione prettamente sanitaria.

Per ovviare a questo problema e per garantire continuità assistenziale ai pazienti, la proposta di legge prevede la possibilità di organizzare, all'interno delle strutture residenziali anche esistenti, moduli
diversificati in grado di assistere i diversi livelli di della non autosufficienza, anche tramite interventi di adeguamento strutturale, da realizzare entro due anni sulla base di precisi parametri tecnologici ed
organizzativi. Dal punto di vista finanziario, la proposta che contribuirebbe a ridurre le liste di attesa per i ricoveri, non comporta aggravi di costi per la Regione, proprio per effetto della introduzione di più livelli di
assistenza con i relativi contributi finanziari differenziati, da disciplinare tramite un nuovo regolamento, ed in considerazione del fatto che il numero dei pazienti in condizione di assoluta gravità è di gran lunga
inferiore rispetto ai casi di non autosufficienza lieve.

Pubblicato il: 21/04/2011

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