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Il Pd vuole in Consiglio comunale aperto sulla Sanità

"L'idea- si legge nella nota diffusa- è di portare le questioni più importanti dinanzi al giudizio degli orvietani e di fissare priorità ed impegni"

Riceviamo dal PD di Orvieto e pubblichiamo
 
Sulla tutela della salute dei cittadini non ci si dovrebbe dividere, così come sulla richiesta di una maggiore qualità dei servizi sanitari dell'ospedale di Santa Maria della Stella.  Eppure, il centrodestra che governa il Comune di Orvieto è riuscito pure in questa difficile impresa, respingendo, in occasione del'ultimo consiglio comunale, un ordine del giorno del PD con cui si richiedeva la "convocazione urgente di una seduta straordinaria del Consiglio Comunale di Orvieto dedicata esclusivamente a dibattere le problematiche inerenti al sistema socio-sanitaria territoriale".

Il testo messo ai voti non taceva sulle criticità presenti all'interno del nostro presidio sanitario e proponeva un incontro di alto profilo istituzionale e sociale, invitando tutti i soggetti che, a diverso titolo, si occupano di politiche sanitarie: dall'assessore ai consiglieri regionali, dal Direttore generale della ASL n.4 ai direttori sanitari, dai sindaci del comprensorio al mondo del terzo settore.  Tutto ciò, con l'idea di portare le questioni più importanti dinanzi al giudizio degli orvietani e di fissare priorità ed impegni.

L'assenza di riferimenti ai tagli smisurati del governo nazionale alle regioni e al Fondo Nazionale delle politiche sociali - che pure avrebbero meritato di esserci - stava ad indicare la volontà del PD di non contaminare con la polemica politica l'obiettivo del consiglio straordinario sulla sanità.

Tuttavia, il centrodestra ha reagito istericamente alla discussione e ha votato contro. Nuovamente, i pregiudizi di una parte - di quella stessa parte che nel Lazio smonta e demolisce i presidi sanitari senza troppo strazio- sono stati stoltamente anteposti all'interesse generale della città.

Il sindaco Concina, com'è suo costume,  si è defilato. Evidentemente, non ritiene opportuno occuparsi di sanità o della vita quotidiana delle persone e usa la delega come strumento antinfortunistico, fuggendo da tutte quelle occasioni che potrebbero infastidire la sua villeggiatura.

Sulle questioni sanitarie il sindaco ha il dovere di esercitare tutta la sua autorità e autorevolezza perché là si misurano la responsabilità e la capacità di impostare relazioni feconde con le altre istituzioni. La tutela della salute non ha colore politico né può diventare la camera di sfogo di risentimenti e rancori o, peggio, l'ennesima riprova di un disinteresse vestito di cashmere.

Pubblicato il: 19/04/2011

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