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Bilancio. I conti non tornano

I numeri sono già in mano ai consiglieri comunali che verranno chiamati ad approvare la manovra nella seduta già fissata del prossimo 28 aprile. Un consuntivo a meno 10,5 milioni di euro e un preventivo a cui mancano ancora 1,5 milioni...

ORVIETO - Un consuntivo che chiude con un deficit di quasi 10,5 milioni di euro e un preventivo a cui, a dispetto di tutti i tagli e le economie già fatte, mancano ancora 1,5 milioni di euro. È la grave situazione finanziaria in cui versa il Comune di Orvieto la cui giunta in questi giorni ha approvato il consuntivo 2010. Nessuna sorpresa dell'ultim'ora anche se non per questo la situazione è meno preoccupante. Il "buco" è di 10 milioni e 414mila euro. Di cui 8 milioni e 515mila euro, come spiega il consigliere delegato al Bilancio, Piergiorgio Pizzo, per le mancate vendite o concessioni e 1,7 milioni di euro derivanti dall'anno di pertinenza. I numeri sono già in mano ai consiglieri comunali che verranno chiamati ad approvare la manovra nella seduta già fissata del prossimo 28 aprile, dopo Pasqua. Le grane però non finiscono qui, anzi il meglio - o il peggio - deve ancora arrivare. Perché non tornano ancora i conti del preventivo 2011. All'appello, nonostante le drastiche sforbiciate che in queste settimane stanno scatenando la protesta di sindacati, cooperative sociali, dipendenti comunali e privati cittadini, manca ancora un milione e mezzo di euro. Si tornano a fare le ipotesi di sempre: vendita della caserma Piave o magari una salvifica iniezione di risorse dal Governo centrale. Argomenti che vengono evocati ogni volta quando non c'è nulla ma proprio nulla più da fare. La manovra è già lacrime e sangue così com'è. Con trasferimenti azzerati a partecipate ed enti, zero risorse per Cultura e Sport, aumento della Tarsu e una rivoluzione in tema di servizi accompagnata da un mix di rassicurazioni sulle tariffe e preoccupazioni da parte di cooperative e utenti. Al punto che dentro il Pd c'è chi, come Valentino Filippetti, torna ad invocare il commissario. Gli risponde il consigliere del Pdl e membro del Covip, Pierluigi Leoni: "Il fatto di far parte di un organo civico impone il dovere morale di lavorare per la cura degli interessi della comunità, nonostante le difficoltà. Arrivare al punto di alzare le mani e invocare l'arrivo di un burocrate-autocrate collide col senso dell'onore. Ma collide anche con l'esperienza. La commissaria di Bologna è un caso eccezionale poiché si tratta di supplenza a una classe politica (in quel caso di centrosinistra) crollata moralmente - afferma Leoni - Nella nostra città la classe politica di centrodestra mi sembra ancora moralmente salda e anche rinsaldata da persone di centrosinistra, comprese alcune che non se la sono sentita di cambiare fronte. Il senso dell'onore è contagioso.

Pubblicato il: 12/04/2011

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